Vanessa e Greta, «confisca dei beni»: parola del Doge Zaia

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Ha dell’incredibile la notizia pubblicata stamane da il Giornale.it secondo cui Luca Zaia, Governatore del Veneto, avrebbe proposto la confisca dei beni ai rapiti tornati a casa a spese dello Stato, come – forse – è successo alle giovanissime cooperanti Greta e Vanessa.
«Per chi va a proprio rischio e pericolo in quei Paesi, è bene che i costi siano a suo carico. Quindi, nei confronti di queste ragazze si faccia una confisca a vita fino a che si “cuberanno” 12 mln di euro, sempre se è vero che è stata pagata questa cifra». Così ha detto il «doge del ventunesimo secolo» e, pur rispettando sempre ogni idea anche se diametralmente opposta alla nostra, ci viene da pensare che non sia proprio il metodo giusto. Intanto perché non è detto che il rapito abbia modo di restituire i soldi pagati per la sua liberazione: Greta Ramelli e Vanessa Marzullo, per esempio, sono giovanissime e – a quanto ci risulta – a loro (non ai parenti) non è intestato nessun immobile (per esempio); del valore di 6 milioni di euro poi, ci pare assurdo. La seconda ragione che ci porta a discostarci dall’affermazione di Zaia è strettamente collegata al discorso che abbiamo fatto ieri: se lo Stato vi curasse sei cicli di chemioterapia (costo dai 4mila agli 8mila euro), dopo vi richiedesse indietro i soldi e, se non ce li avete, vi pignorasse l’auto o la casa, come reagireste? Lo Stato ha il dovere di badare ai propri cittadini, se essi lo richiedono. Fare volontariato vuol dire aiutare gli altri e questo può comportare dei rischi. Per lo meno il volontario deve avere la certezza che il proprio paese farà di tutto per aiutarlo.

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Una breve digressione per concludere: c’è chi ha paragonato il caso di Vanessa e Greta a quello dei due marò. Ci spiace deludere queste persone, però si tratta di due vicende completamente diverse: nella prima si tratta di due ragazze che, facendo volontariato, sono state rapite; nella seconda invece si tratta di due militari che sono accusati di omicidio dalle autorità indiane. Vi sembra la stessa cosa? A forza di parlare con certa gente, che due marò.

Tito G. Borsa