Le basi dell’immaginario americano
Il controllo americano sulla globalizzazione, che prima di fondava principalmente sul suo predominio economico, oggi si fonda anche sull’esser stati capaci di esportare all’estero il proprio immaginario, scalfendo le certezze della cultura europea. Ragioniamoci quando pensiamo che geopoliticamente la Cina possa effettivamente sostituire la centralità degli Stati Uniti, in quanto è assai avventuroso affermare che la Cina possa essere in grado di esportare il suo immaginario soppiantando quello americano.
Ma su cosa si basa l’immaginario americano? Essenzialmente, esso poggia su due archetipi fondamentali: il Puritanesimo e la Frontiera, mettendo al centro il potere dello spazio a discapito del tempo, inversamente alle basi Europee. Lo spazio di cui si occupa la Religione è quello dell’Aldilà. Il Puritanesimo, corrente estremista del Protestantesimo, è la base della cultura americana, che non poggia sulle mediazioni: non esiste una zona di mediazione tra il bene e il male. Ognuno ha il diritto di poter interpretare le scritture e lo spazio è il viatico per risolvere i conflitti: continue scissioni dovute a divergenze d’interpretazione hanno portato a segmentazioni e spostamenti, che hanno evitato il conflitto con la nascita di nuove Chiese. I Puritani partirono dalla Gran Bretagna verso l’America per andare a creare il loro Eden e l’utopia non può essere ideale, ma sempre materiale. Un Sogno materialista di realizzazione, di elezione. Non si compie nulla se non per tastare l’effetto materiale, anche scientificamente. Un’utopia irrealizzabile è inconcepibile.
Il Puritano non si salva per opere, ma per predestinazione. Se per i cattolici il male abita già la Terra, per i Puritani la Terra non è stata ancora contaminata dal male e si deve lottare affinché ciò non avvenga. Ognuno si sente eletto e in uno Stato di eletti, lo Stato diventa lo Stato di eletti, scelto per salvare la Terra dal male: gli Stati Uniti d’America. Una centralità geopolitica culturale, quasi necessaria.
L’uscita dal proprio spazio circoscritto genera conflitto, in quanto si entra in uno spazio vuoto, insicuro e, proprio per questo, si esce dal proprio spazio sicuro – principalmente la casa – per svolgere una missione di purificazione, facendone ritorno dopo aver svolto il proprio compito divino. Il compito di ogni Americano è quello di lottare per portare l’Eden sulla Terra. Finché c’è stato spazio di espansione verso Ovest, il conflitto fu sanato con lo spazio reale ma, una volta arrivati in California, ci fu la necessità di costruire nuovi spazi nell’immaginario: Hollywood, Silicon Valley, programma spaziale, Internet! Le nuove frontiere di ogni Presidente USA, eletto tra gli eletti.
Con la fine dello spazio di espansione a Ovest, nacquero le grandi metropoli, luoghi dell’insicurezza, in cui andare per realizzarsi, salvo poi spostarsi in un sobborgo privilegiato, dove avere nuovamente controllo e cognizione dello spazio. La metropoli è incontrollabile, luogo dove neppure lo Stato riesce a mettere ordine. Sono sempre i super-eroi a scavalcare questa inefficienza, dando giustizia nelle metropoli.
Sono tre i motivi che portano un Puritano a uscire fuori di casa, e tale schema si riproduce anche a livello bellico:
Costruzione di una nuova casa (Comunità, Eden);
Modificazione e sfruttamento dello spazio circostante;
Contrattacco.
Difficilmente gli Stati Uniti dichiarano guerra senza aver prima subito un attacco. Ciò è legato al loro immaginario. Il loro agire è sempre in contrattacco, e quest’ultimo è sproporzionato rispetto all’attacco subito, proprio perché non vi è mediazione possibile tra il bene e il male. Pensiamo a Pearl Harbor, all’11 settembre. Il contrattacco svolge un’opera di purificazione dello spazio, da perfetta uscita di casa puritana, per poi far rientro a casa. Un rientro da eroi di guerra in caso di purificazione avvenuta (pensiamo all’immaginario degli eroi della Seconda Guerra Mondiale) o da reduci marchiati che si sono contaminati eccessivamente nello spazio vuoto (tipicamente la Guerra in Vietnam).
Leggere le opere e la cultura americana su queste basi può risultare di più semplice comprensione.
Simone, ventottenne sardo, ha vagato in giovanissima età per il Piemonte, per poi far ritorno nell’isola che lo richiamava. Ama scrivere su tematiche politiche ed economiche. Legge per limitare la sua ignoranza.
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