A gran velocità, in città: è la Formula E
Una nuova disciplina, dal nome simbolico, si sta facendo strada tra le altre della sua categoria, che hanno basi ben consolidate nei decenni passati. La Formula E, con la «E» che sta naturalmente per Elettrica, è nata nel 2011 da un’idea del già famoso Jean Todt e oggi sta moltiplicando i suoi spettatori, entrando prepotentemente da protagonista nel circuito mondiale delle macchine da corsa.
Dopo un paio d’anni di semplici dimostrazioni in giro per il Globo, nel 2014 è stato disputato il primo campionato. Vi hanno partecipato dieci scuderie, con due piloti a testa, per un totale di venti auto in gara; le tappe invece sono state ospitate da dieci città, di cui quattro in Europa: Monaco, Berlino, Mosca e Battersea Park (UK). In Italia ha fatto abbastanza notizia il campionato dell’anno scorso, il 2018, con la partecipazione di Roma tra le città ospitanti: sul palco, dopo una splendida gara, il Sindaco Raggi e il CEO del campionato «ABB FIA Formula E», Alejandro Agag, hanno annunciato l’accordo per proseguire la collaborazione anche per il 2019, 2020 e 2021.
È noto che le gare che appassionano di più gli affezionati alla Formula 1 siano quelle nei circuiti cittadini: un po’ per il fascino del vivere le città in modo diverso, un po’ per i sorpassi più spettacolari, sono quelle che i tifosi ricordano di più. La Formula E adotta la stessa prassi, ma in tutte le gare, anche perché le massime velocità delle auto attuali lo consentono: nei weekend i centri delle cittadine ospitanti si trasformano, anche nel manto stradale, con strati di asfalto rimovibile (ricordiamo le polemiche per la copertura dei sanpietrini a Roma, un anno fa), diventando una città nella città con tribune per migliaia di tifosi e curiosi.
Come ha detto bene Briatore in un intervento durante la gara romana, l’idea di questo campionato è, ancor prima di mettere semplicemente in competizione le diverse scuderie, quella di fare una dimostrazione, dare un po’ di spettacolo e divertire gli spettatori. Questo porta nuove persone ad avvicinarsi: si distinguono infatti certi elementi inediti che coinvolgono il pubblico. I piloti, ad esempio, possono beneficiare di un «FanBoost»: una votazione online, a cui si può partecipare da casa, premia i tre piloti più votati, che potranno usare una potenza extra aumentando la velocità (per un periodo piuttosto limitato) nel momento che ritengono più opportuno, generalmente nella seconda metà della gara.
Queste forme di interazione non sono l’unica fonte di curiosità, anche perché la tecnologia, ogni anno che passa, diventa sempre più efficiente, aumentando nel tempo la spettacolarità. Così rispetto all’anno scorso possiamo notare una differenza sotanziale: le batterie sono diventate più prestanti, permettendo ai piloti di concludere le gare con un’unica carica, senza dover quindi fare un pit stop obbligatorio per cambiare l’auto. La prima gara di questa sesta stagione si è già svolta a New York, il 15 dicembre scorso, con importanti debuttanti come Felipe Massa e Piquet Jr; i ventidue piloti percorreranno in tutto tredici tappe, l’appuntamento italiano sarà dunque a Roma il 13 aprile 2019.
Nato a Padova il 15 giugno 1994.
Diplomato in ragioneria, attualmente iscritto alla triennale di Ingegneria dell’Energia nella mia città.
Sono una persona curiosa in molti i campi, dalle nuove tecnologie, in particolare quelle che riguardano l’ambiente, alla politica, passando per lo sport.