A parità di reddito, un nero ha più problemi: il privilegio bianco esiste
«I am 8 years old. I’m unarmed and I have nothing to harm you or hurt you». Questa è una frase che un padre insegna alla propria figlia di colore, che deve pronunciarla in caso incontrasse la polizia. Negli Stati Uniti, i genitori afroamericani si preoccupano di istruire i propri figli su come comportarsi in modo da non causare reazioni violente da parte dei poliziotti. Nessun genitore bianco ha mai dovuto preoccuparsi di questo. Nessun figlio bianco ha dovuto imparare cosa dire e come fare attenzione nel caso in cui si venga fermati per un normale controllo.
Le persone che, in risposta a questo semplice e innegabile fatto, sentono di dover difendere i poliziotti bianchi con la frase «Non tutti i poliziotti discriminano» non hanno compreso il senso di ciò che sta succedendo in America. È ovvio che non tutti i poliziotti hanno pregiudizi e sono violenti. Sarebbe del tutto irrazionale sostenere questa idea. Tuttavia, la probabilità che la polizia spari cambia radicalmente a seconda che si trovi davanti un bianco o un nero. Un parallelismo potrebbe aiutare a capire: le ragazze imparano molto presto che non è prudente andare nei parchi da sole di sera o camminare per strade deserte di notte. Vuol dire che tutti gli uomini sono stupratori? Certo che no. Eppure, le donne quotidianamente prendono precauzioni per non mettersi in pericolo. Allo stesso modo, questi genitori insegnano ai loro figli che, non sapendo che tipo di agente si troveranno davanti, dovranno prestare più attenzione e fare di tutto per evitare di farsi sparare. Per evitare di farsi uccidere.
È necessario ammettere chiaramente che il razzismo esiste. Si potrà discutere delle modalità delle proteste negli Stati Uniti, della violenza probabilmente ingiustificata, del pericolo del contagio. Ma non si può negare che il razzismo sia un problema ben reale e prioritario. Il privilegio bianco esiste. Dobbiamo ammetterlo. Questo non significa che i bianchi siano cattivi o che gli afroamericani vogliano una qualche rivalsa sui bianchi. Significa che, se uno è bianco, non deve preoccuparsi per la propria vita quando viene fermato dalla polizia. Non deve essere più controllato di altri quando entra in un negozio. Significa che lo shampoo «per bianchi» viene esposto in normali scaffali, mentre i prodotti per afroamericani sono tenuti dietro sportelli chiusi per evitare furti.
Purtroppo, il problema non risiede nemmeno nel livello culturale o nella ricchezza privata. A parità di reddito, un nero avrà certamente più problemi nella propria vita. I poliziotti che nutrono pregiudizi, quando fermano qualcuno, non chiedono l’estratto conto. E certamente non fanno distinzione in base all’abbigliamento o al tipo di macchina o alla professione. La vita di un bianco povero è difficile? La vita di un nero povero è più difficile. Questo non significa che i bianchi non abbiano problemi economici, sociali, e via dicendo. Significa che non devono affrontare il problema della discriminazione razziale.
È importante parlare di questi temi. Nascondere o giustificare il problema non permetterà di arrivare a una soluzione. Anche chi ritiene di non fare discriminazioni e di non avere pregiudizi deve interrogarsi. Successivamente, deve fare tutto ciò che può per sensibilizzare il prossimo, perché le ingiustizie riguardano tutti. Questa non è una lotta bianchi contro neri.
Sono una studentessa della facoltà di Medicina e Chirurgia di Torino.
Scrivo principalmente di argomenti scientifici, tentando di divulgare ciò che più mi appassiona.