Un libro per capire il mondo delle adozioni
Intrecci di vite
Giulia Zuppichini
Prospettiva editrice — 2016 — 14 euro
Laureata in Psicologia Clinica e di Comunità all’Università degli Studi di Torino, Giulia Zuppichini ha incentrato la sua tesi sul processo di adozione, esaminandone la normativa e i processi psicodinamici. Intrecci di vite è una raccolta di interviste volte a evidenziare la questione dell’abbandono, tappa obbligata per tutti i figli adottivi che non conoscono (e non possono conoscere) la propria storia e le proprie origini. Il lavoro dell’Autrice mette insieme vari punti di vista sul tema, partendo dai diretti interessati: l’abbandono fisico e psicologico è un «Trauma», inteso nel suo significato etimologico di ferita grave con effetti permanenti: un evento non traducibile in parole che non è possibile raccontare, un sentimento di non appartenenza ad alcun gruppo, un’assenza di identità. Negare il passato di un bambino significa negargli le radici su cui poter fondare il futuro, per questo motivo — onde evitare possibili alienazioni — è necessario un percorso per affrancarsi dai vincoli dell’inconscio e dai vari impedimenti di natura ambientale. Questo è il tema del libro in termini tecnici, come quelli usati da Michele Giulio Avigliano nella sua Prefazione. Le interviste invece sono estremamente semplici e immediatamente coinvolgenti: «Ricordi veri e propri penso di non averne avuti», spiega Neha, 36enne nata in India, «Ho cancellato ogni ricordo dell’India». Una lettura a tratti commovente a tratti più fredda e ragionata che ci permette di conoscere un mondo, quello delle adozioni, troppo spesso ridotto a qualcosa che pensiamo di conoscere e invece no.
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