Alessandra Moretti, ventata di novità veneta
Sabato 14 marzo Alessandra Moretti ha dato il via alla sua corsa per la presidenza della regione Veneto: mai si era vista tanta gente al centro congressi Papa Luciani di Padova.
Il clima bello ed entusiasta, il popolo del PD che sente che finalmente è possibile sperare di conquistare la regione, complici anche le beghe interne della Lega, mentre sullo schermo scorrono le immagini del «celodurismo», degli scandali di Bossi e famiglia, degli abbracci fra Salvini e Casa Pound.
Alessandra Moretti arriva sul palco in un sobrio tailleur pantalone blu, bella come sempre, il viso appena velato di stanchezza. D’altronde da settimane, tutti i giorni, sta percorrendo centinaia di chilometri per toccare tutti i 579 comuni del Veneto, per incontrare direttamente le persone, farsi conoscere e scardinare i tanti pregiudizi che la inseguono da sempre e acuiti dall’infelice intervista su «ladylike e l’estetista». In realtà la Moretti è una donna semplice e simpatica, spontanea e in grado di entrare in grande empatia con la gente che incontra.
Il suo intervento è appassionato, incentrato sul nulla prodotto da Zaia in cinque anni (dice che alla domanda «Mi dica una cosa fatta da Zaia» nessuno sa rispondere, ribattono dicendo che «È un bravo toso») sui problemi della gente, la mancanza di lavoro, le lunghe attese della sanità e l’assistenza domiciliare di malati e anziani.
Snocciola alcuni impegni programmatici importanti tra cui un «jobs act alla veneta», aiuti in favore delle imprese, provvedimenti sui ticket sanitari (i più alti d’Italia) e per ridurre le liste d’attesa e insiste sulla necessità di un cambiamento dopo tanti anni di centro-destra alla guida della regione; ogni tanto si interrompe per proporre le immagini del suo lunghissimo tour per il Veneto, tutt’ora in corso. I presenti sottolineano i vari passaggi con applausi dimostrando di apprezzare il suo impegno.
Tutto si può dire di questa donna, tranne che non abbia coraggio, quel coraggio che è mancato a qualche uomo sulla carta più titolato di lei per la corsa a governatore, quel coraggio che serve per mettersi contro Zaia e la Lega così radicati nel nostro territorio. Per affrontare questa faticosissima campagna elettorale si è dimessa da parlamentare europea, ruolo ben più prestigioso di quello di consigliere regionale che andrebbe a ricoprire in caso di sconfitta, cosa non frequente nel nostro panorama politico e che le fa molto onore. Alla fine la gente del PD la stringe in un caloroso abbraccio, tanti baci e infiniti selfie.
Non capisco l’esigenza di questo articolo, resto sconcertato.
Sul Mattino di Padova mi aspetto questa cronaca. E ne ho letto uno tale e quale sul settimanale della diocesi La Difesa del Popolo.
Ma in un sito in cui si afferma di dare “notizie e informazioni controcorrente” questo articolo stride, di più, fa incazzare.
Era buono l’articolo+video in cui denunciavate il pericolo che incombe sulla nostra democrazia, pericolo apportato dalla doppia riforma del Senato più legge elettorale.
Video informativo e articolo tagliente, sacrosanto.
Tuttavia, proprio in chiusa a quell’articolo scrivevate che, vista la posizione da voi presa, qualcuno vi ha “affibbiato l’epiteto di «filogrillini»”.
Ecco, quest’altro articolo sulla comparsata della Moretti a Padova sembra proprio frutto della peggiore reazione a quell’epiteto. Ah, cosa non si fa per sopravvivere!
Spero di esser smentito.
Caro Paolo,
di norma non rispondo ai commenti però in questo caso mi pare doveroso dire la mia. Non intendo parlare a nome di Zigulì, autrice di questo articolo, ma in quanto Direttore della Voce e quindi “responsabile morale” della linea editoriale del blog.
Risulta ovvio leggendo i miei numerosi interventi a riguardo: io non sono per nulla d’accordo con questo articolo: nutro una diffidenza a prescindere per qualunque cosa sia associata a Renzi. Soprattutto se si tratta di una donna che ha collezionato 3 candidature (e due cariche) in 2 anni, dimettendosi anzitempo sia dal parlamento italiano che da quello europeo. Questa non mi pare proprio il comportamento di chi prende seriamente i propri incarichi.
Detto questo, entriamo nello specifico del suo commento. La cito: “Ma in un sito in cui si afferma di dare ‘notizie e informazioni controcorrente’ questo articolo stride, di più, fa incazzare”. Posso capire il suo sconcerto però ha dimenticato l’altro concetto che sta alla base della Voce che Stecca e che va di pari passo con l’essere controcorrente: ogni collaboratore è libero di dire la sua. Non intendo censurare in nessun modo i miei colleghi, sempre che rimangano nei limiti della Costituzione e del buon senso. Questo principio ha delle conseguenze anche “negative” per la “credibilità” (mi perdoni le molte virgolette) del blog però è anche ciò che rende La Voce un caso quasi unico nel suo genere.
Pur non potendole – mi capirà – svelare l’identità di Zigulì, le assicuro che nessuno di noi ha interesse nel divulgare un’idea piuttosto che un’altra. Abbiamo le nostre opinioni, e basandoci su quelle facciamo il nostro lavoro. Senza guadagnarci un euro e unicamente per passione. In questo caso le idee politiche dell’autrice dell’articolo sono state messe in risalto dal contenuto dell’articolo stesso ma non faccio lo stesso anche io quando scrivo?
Spero di aver risposto ai suoi dubbi. Rimango a disposizione (anche su facebook) per ulteriori chiarimenti: non mi nego mai a delle discussioni civili e costruttive.
Che cazzata di articolo. Mi stupisce che TIto Borsa si sia venduto il culo in questo modo: che sia diventato pdiota anche lui?
L’articolo l’ho firmato io e mi spiace di non aver incontrato i suoi gusti, ma dato che lo faccio a titolo gratuito e nel mio tempo libero, scrivo ciò che mi pare (finché Tito Borsa non avrà nulla da obiettare). Dopodiché mi pare evidente che lei intenda contribuire a garantire altri 5 anni di mandato a Zaia&co. Ecco, io no.
C’è anche qualche alternativa no?