Alfano come Ulisse: uomo dal multiforme ingegno

Musa, quell’uom di multiforme ingegno
Dimmi, che molto errò, poich’ebbe a terra
la sua ambizione ed il tormento
di perder la sua sacra poltrona.

alfano

Ci perdoni Omero per aver «riscritto» i primi versi dell’Odissea, non potevamo farne a meno: Ulisse è ancora fra noi, la sua anima risiede al Viminale: Ulisse è Angelino Alfano. Uomo dalla polimetis, dal multiforme ingegno, dall’inesistente partito (Ncd) ma dalle costanti cariche: il Nostro, tolta la pausa di un anno e mezzo del governo Monti, è stato ministro della Giustizia sotto Berlusconi, ministro dell’Interno e vicepremier con Enrico Letta ed ora è ancora al Viminale, uomo di fiducia (!) del machiavellico Renzi.
Piccola digressione: ci si chiede come un uomo saggio ed esperto – a quanto dicevano certi giornaloni – come Mario Monti abbia potuto escludere Angelino dal Consiglio dei Ministri: quale perdita! Probabile che il bocconiano sia stato trombato sonoramente alle elezioni di due anni fa per questo «peccato originale» che ha compromesso la sua brillante carriera politica.
Tornando ad Alfano: stiamo parlando del leader di un «partito» che, secondo i sondaggi, oscilla tra l’1,8 e il 3,2% (rispettivamente secondo Alessandra Ghisleri ed Emg Acqua), più che un partito sembrerebbe un tavolo di briscola; nonostante i numeri non certo incoraggianti, Alfano trova posto in 3 degli ultimi 4 governi. Al suo talento nessuno resta indifferente.
È straordinario vedere il multiforme ingegno di Angelino Alfano: esperto indiscusso di giustizia prima e di pubblica sicurezza poi, inframmezzando una breve ma memorabile dimostrazione della propria propensione alla
leadership. Un uomo, una leggenda.

Tito Borsa