Fra amore e diritto, di Stefano Rodotà
Diritto d’amore
Stefano Rodotà
Laterza – 2015 – 14 euro
In questi mesi di grande fermento per l’approvazione del ddl Cirinnà sulle unioni civili fra coppie dello stesso sesso, Diritto d’amore è una boccata d’aria fresca. Il giurista Stefano Rodotà, nel 2013 candidato dei 5 Stelle al Quirinale, esamina con freddezza e senza farsi prendere da partigianerie di sorta la storia della famiglia nell’ordinamento italiano. La domanda da cui muove la riflessione è la seguente: «Le parole diritto e amore sono compatibili o appartengono a logiche conflittuali?». Quello che può sembrare un divertissement per addetti ai lavori, si rivela pagina dopo pagina un argomento di estrema attualità: se è vero che lo Stato non deve entrare nella sfera dei sentimenti e dell’intimità dell’individuo, è altresì vero che non può e non deve ignorare che questi legami affettivi esistono e che hanno anche delle conseguenze pratiche e concrete, e quindi giuridiche. È innegabile che il vincolo del matrimonio sia cambiato radicalmente anche solo negli ultimi sessant’anni: si è passati, in parole povere, da un contratto di diritti dell’uomo e di doveri della donna, a una sorta di attestazione di diritti e doveri di entrambi i coniugi. Perché allora il passo successivo, ossia rendere ininfluente il sesso dei membri della coppia per il conseguimento del matrimonio, dovrebbe essere così problematico? Stefano Rodotà, saggista che riesce a comunicare con apparente leggerezza contenuti anche molto importanti e complessi, ci mostra che tutti i cambiamenti, anche quelli riguardanti il matrimonio, sono sempre andati (e quindi presumibilmente continueranno ad andare) in una sola direzione: quella dell’uguaglianza e della libertà.
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