Estinzioni di massa e altre catastrofi
Solitamente nell’immaginario comune gli scenari apocalittici sono sempre e solo frutto dell’immaginazione di catastrofisti e registi visionari.
Una foto recente che spopola da qualche settimana nei social pone a confronto la città di San Francisco inscenata nel famoso film Blade Runner 2049 con quella immortalata in foto durante gli incendi che stanno imperversando in California.
Il post ha incentivato una riflessione molto profonda: anche i peggiori incubi potrebbero divenire realtà. Il Coronavirus tra tutti ne è la riprova e mette in dubbio l’invincibilità umana che tutti gli individui credono di avere a portata di mano.
Fino ad ora, basandoci sulle conoscenze storiche apprese, sappiamo che le estinzioni di massa sono in tutto cinque, ma un nuovo studio potrebbe ribaltare le nostre certezze.
Secondo uno studio che un gruppo di ricercatori dell’Università di geoscienze di Wuhan ha sviluppato in collaborazione con un team dell’Università di Bristol vi sarebbe in realtà un’estinzione in più.
Quest’estinzione avrebbe avuto luogo ben 233 milioni di anni fa e sarebbe stata di enorme importanza, in quanto avrebbe segnato e favorito la supremazia dei dinosauri.
Innumerevoli film parlano su come i dinosauri siano «spariti dalla faccia della terra» per colpa di un meteorite che mise in crisi la loro sopravvivenza.
La nuova ricerca è apparsa il 16 settembre 2020 su Science Advances e rafforza gli eventuali dubbi che i ricercatori avevano sull’esistenza di questa ulteriore estinzione.
Quest’ultima, denominata dai ricercatori «Episodio Pluviale Carnico», fu probabilmente causata da alcune eruzioni vulcaniche che avrebbero avuto luogo nel Canada occidentale, il cui suolo è infatti formato da basalto vulcanico.
La data considerata è stata presa come stima probabile nel range stimato dai ricercatori tra il 237 e 227 milioni di anni fa.
Perché si è così convinti che sia questa la causa?
Le eruzioni vulcaniche sono responsabili dell’emissione nell’atmosfera di una quantità ingenti di anidride carbonica, che porta al conseguente innalzamento della temperatura globale del pianeta.
Le rilevazioni provenienti dall’analisi delle firme geochimiche confermano l’effettivo verificarsi di queste eruzioni che portarono ad una quantità enorme di precipitazioni.
Queste piogge cambiarono il clima portando all’estinzione della biodiversità presente sul pianeta terra sino a quel momento, incentivando la crescita di quelle stesse piante che sfamarono i dinosauri.
Inoltre l’analisi delle rocce marine attesta un cambiamento nell’ambiente marino e nella composizione dell’oceano.
Ovviamente i dinosauri erano specie esistenti già da prima, ma costituivano un ospite raro, ma questi avvenimenti incentivarono la loro diffusione e crescita.
Questo evento favorì la sopravvivenza di molte specie vegetali e animali tuttora esistenti e questa scoperta chiarifica come tutto sia collegato da un filo sottile che distrugge e genera allo stesso tempo gli scenari più disparati.
Laureata all’Università di Padova Ingegneria Chimica e dei Materiali e laureata magistrale in Ingegneria Chimica (Susteinable Technologies and Biotechnologies for Energy and Materials) presso l’Almamater Studiorum Università di Bologna.
Scrivo per La Voce che Stecca dal 16 luglio 2015 e su queste pagine mi occupo di cultura, musica e sport, ma soprattutto di scienza, la mia passione.