Andrea Tesi – L’uomo del ’22

L’uomo del ‘22
Andrea Tesi
Phasar edizioni – 2015 – 12 euro

cop_l_uomo_del_22_phasarIl rapporto fra un figlio e un padre, il primo morto il secondo vivo, viene raccontato da Andrea Tesi, 33 anni nella Motorizzazione Civile, nell’Uomo del ‘22. Un romanzo che è un andirivieni di sensazioni, esperienze ed emozioni che caratterizzano quasi tutti i rapporti fra figlio maschio e padre: se quest’ultimo vuole attraverso il figlio cercare di rimediare ai propri errori, quasi mai ci riesce perché davanti a sé trova qualcuno che non ha nessuna intenzione di ascoltarlo. Ambientato nel 2006, a 12 anni dalla scomparsa del padre del protagonista, il romanzo si dipana in un’ambientazione quasi surreale nella quale il confine fra realtà e onirica fantasia quasi sempre è tutt’altro che nitido. Operazione riuscita? «Ni» è la risposta migliore: se la vicenda, un misto fra mistero e introspezione, «regge» soprattutto grazie alla curiosità che fa nascere nel lettore: «Dove sta andando a parare?», il tutto crolla se si esamina la prosa pesante e antiletteraria, e non è un complimento. Aggettivazione eccessiva ed eccessi lessicali e linguistici rendono ardua la lettura. Pagina 11: «I passi vibravano rumorosi nel silenzio, li sentii echeggiare fra le pareti ravvicinate delle case»; e poco più avanti: «(La barista, ndr) doveva tener duro fino alla mattina ma gli occhi chiari come il ghiaccio apparivano già fiacchi», come fiacca è questa similitudine alquanto tirata. Questa inesperienza letteraria è confermata anche dai dialoghi: troppo spesso fini a se stessi e tutt’altro che credibili, ricordano – mutatis mutandis – il Joyce che voleva interrompere il «patto» fra scrittore e lettore ma Tesi, immaginiamo, non ha intenti di sperimentazione. L’uomo del ‘22 è un romanzo che lascia qualcosa a chi lo legge, il problema è arrivare fino alla fine: sembra quasi che l’Autore faccia di tutto per impedircelo.

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