Angelo Tofalo (M5S): Isis? Ma l’Italia è senza politica estera
L’attentato a Istanbul nella notte di Capodanno che ha causato ben 39 morti e diversi feriti crea un clima di nuova incertezza e paura in una zona già fortemente vulnerabile nella quale sovvengono una moltitudine di interessi conflittuali. Per capirci meglio abbiamo interpellato il deputato 5 Stelle Angelo Tofalo, membro del Copasir (Comitato Parlamentare per la Sicurezza della Repubblica) e componente della IV Commissione Difesa alla Camera dei deputati.
La matrice islamista anche in questo nuovo e brutale attentato a Istanbul, nella parte occidentale della città, sembra ormai confermata. Crede ci sia qualche collegamento con la recente risoluzione dell’Onu, approvata lo scorso 31 dicembre e voluta proprio da Turchia e Russia per porre una tregua ai bombardamenti in Siria?
In uno scenario già molto complesso dovuto alla presenza di diversi gruppi come il Pkk, il Tak, il Dhkp-C, l’Isis, la questione siriana rende sicuramente la situazione molto più difficile. In Siria la Turchia opera contro lo Stato Islamico e contro le milizie curde dello Ypg. È noto a tutti che la Russia è alleata di Assad e quindi nemica dei gruppi islamisti che si oppongono al regime. Il recente accordo della Turchia con Putin mettono il Paese della mezzaluna in una situazione ancora più difficile.
Il mutato scenario internazionale che vede ora una Russia egemone nel panorama mediorientale, a discapito dell’interventismo finora imperante degli Usa può avere qualche beneficio nella lotta al terrorismo e alla lotta all’Isis o può compromettere ulteriormente una situazione già così delicata?
Credo che soltanto un maggiore equilibrio a livello mondiale e una unicità di intenti possa aiutare il contrasto al terrorismo internazionale. È compito dell’Intelligence di ogni Stato impegnarsi per prevenire e monitorare il problema terrorismo e le intelligence dovrebbero cooperare sempre tra più tra di loro al di là della complessa situazione internazionale. Credo sia fondamentale e necessaria una maggiore collaborazione tra i Servizi russi e statunitensi, cosa difficile ma che auspico possa avvenire presto.
I recenti attentati in Francia e in Germania dimostrano che l’allarme resta molto alto anche in Europa. Finora l’Italia non è stata toccata direttamente. Vuol dire che possiamo stare tranquilli? Come sta agendo la nostra intelligence in questo momento?
L’Italia è una «polveriera». In Europa nessuno può star più tranquillo, nemmeno noi. L’episodio di Berlino terminato con l’uccisione del terrorista tunisino a Sesto San Giovanni ne è un esempio inconfutabile. La nostra Intelligence sta operando al meglio ma con strumenti ridotti ed un’organizzazione che oggi più che mai paga il fallimento della politica di sicurezza, totalmente sbagliata negli ultimi 10 anni. Bisogna ritornare prepotentemente alla «Humint» (HUMan INTelligence, ndr) per infiltrare le organizzazioni terroriste e lavorare molto al monitoraggio dei soggetti a rischio radicalizzazione.
Come giudica in questo contesto la politica estera dell’Italia? Sta mettendo in atto tutte le misure necessarie per scongiurare eventuali episodi di terrorismo?
Politica estera italiana? Totalmente inesistente. Normale che in un paese dove oggi c’è la peggiore classe politica un Ministro degli Esteri diventi Presidente del Consiglio. Gentiloni ha sbagliato praticamente tutto: gestione pessima sulla vicenda Lo Porto, export armi all’Arabia Saudita, caso Regeni e fallimento totale della politica estera italiana in Libia che ancora oggi appoggia Al Sarraj dimostrano tutte le contraddizioni della politica italiana in un contesto globale molto complesso ma che non riesce ad essere compreso da una classe politica completamente inadeguata.
Ivan Piedepalumbo
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