L’annus horribilis dei Carabinieri: a chi giova?
Il 7 dicembre, alle ore 5.30, presso la Stazione dei Carabinieri di San Giovanni in Roma, è esploso un ordigno dotato di timer. Fortunatamente non si sono registrati feriti e/o vittime. Nel corso della medesima giornata il folle e criminale gesto è stato rivendicato dal Fai-Fri (Federazione anarchica informale- Fronte rivoluzionario internazionale), Cellula Santiago Maldonado. Il testo della rivendicazione recita: «La notte scorsa abbiamo portato la guerra a casa del ministro Minniti. Con questa azione lanciamo una campagna internazionale di attacco contro uomini, strutture e mezzi della repressione» (fonte Ansa). La sigla del soggetto che rivendica, il testo appena citato e il contesto politico in cui viene realizzato l’atto terroristico destano delle perplessità.
Per chi non lo sapesse, ricordiamo che Santiago Maldonado era un attivista argentino vicino alla causa della popolazione indigena Mapuche e il cui cadavere fu ritrovato nello scorso ottobre sul finire di un’infiammata campagna elettorale che vedeva contrapposti Macrì e Kirchner. La versione ufficiale depone a favore dell’affogamento dell’attivista mentre il fronte politico delle opposizioni evoca le tecniche tipiche dei regimi fascisti ben note e non nuove in quel Paese. Comunque sia la cellula che ha compiuto l’atto terroristico a Roma prende il suo nome. Questo significa che a livello ideologico detto gruppo si colloca in una determinata area politica seppur nella cornice dell’anarchismo. Il secondo punto da mettere a fuoco è l’obiettivo colpito: una Stazione dei Carabinieri. Il 2017 è un anno orribile per la Benemerita. In questo senso possono ricordarsi, fra gli altri, quattro specifici eventi: i presunti stupri di Firenze a danno di studentesse americane; il caso CONSIP; la presenza di una bandiera tedesca in una Caserma di Firenze erroneamente definita nazista; l’indicazione, da parte di Silvio Berlusconi, dell’ex Generale Gallitelli quale possibile candidato premier. Inoltre, il gruppo si fregia di aver portato «la guerra in casa del ministro Minniti», aggredendo così anche un livello politico. Il riferimento a Minniti è assai strano, scusate l’ingenuità e la semplicità. L’Arma dei Carabinieri rientra nella sfera del Ministero della Difesa e quindi il riferimento politico eventualmente colpito sarebbe un altro, ma il riferimento a Minniti è specifico. Da queste constatazioni si suppone che l’ordigno fatto esplodere possa essere considerato una reazione ad alcune o a tutte le politiche messe in atto dal Ministro. Quest’ultimo è stato avversato su due fronti: gli sgomberi di Roma e gli accordi con la Libia. Tutte e due le iniziative hanno al centro la questione dell’immigrazione. Minniti ha sostenuto che l’inerzia rispetto ai flussi migratori avrebbe nel tempo messo a repentaglio la tenuta democratica dell’Italia. Vero o meno che sia, queste sue iniziative hanno determinato conseguenze sicuramente non volute. La prima si sostanzia nel maggior vigore assunto dalle forze xenofobe che vedono aumentare i propri consensi nelle periferie delle Città. Un altro effetto si individua nello sdegno manifestato a livello internazionale circa il trattamento inumano che tanti individui stanno subendo in Libia ove si è interrotto il loro viaggio della speranza.
L’Arma dei Carabinieri è una risorsa dell’Italia e, come detto, per questa si sta concludendo un anno orribile dove gli eventi sopra richiamati determinano un effetto specifico: la delegittimazione. Senza entrare nel merito di ciascuno di questi eventi, è utile domandarsi se vi sia un qualche soggetto che da tale effetto trae vantaggi. Stante il quadro descritto se ne possono indicare tre: la mafia, l’estrema destra e i Paesi europei nostri concorrenti. Ognuno di questi soggetti, per consolidare le proprie strutture e per tentare di raggiungere i propri obiettivi, hanno fatto e fanno uso della propaganda. Si avvantaggia la mafia quando giornali e magistrati compiacenti sono impegnati per anni nella distruzione di uomini come il Capitano Ultimo; si avvantaggiano i movimenti di estrema destra quando ampie parti del territorio vengono abbandonate dalle Istituzioni; si avvantaggiano i Paesi concorrenti quando ancora si mente sulle cause della crisi e sull’asserita bontà del progetto politico dell’Unione Europea.
La penisola italica potrà presto considerarsi anche oggettivamente una sola espressione geografica se le forze migliori non si desteranno per erigere un vero argine avverso i suindicati soggetti. In conclusione, tira un’aria brutta, bruttissima.