Arriva Ooho!: l’acqua che si mangia e aiuta l’ambiente
In queste calde giornate estive in cui bere diventa ancora di più una necessità, sicuramente sarà aumentata la vendita delle classiche bottigliette di acqua (o di qualsiasi altra bevanda), tanto comuni e tanto innocue ai nostri occhi. Ma la bottiglietta a cui siamo abituati, potrebbe presto essere sostituita da un suo rivale, più ecologico e più economico.
Si tratta di Ooho!, un prodotto sviluppato dalla start-up londinese Skipping Rocks Lab, che l’ha creato partendo dall’idea di voler sostituire il classico contenitore delle bevande con uno che fosse ecosostenibile, biodegradabile e più economico della plastica.
Nella presentazione del prodotto, molta attenzione viene riposta sulle qualità e sui vantaggi ambientali che potrebbe portare, proprio perché l’inquinamento da plastica si sta diffondendo notevolmente e necessita di soluzioni pronte e ben indirizzate. Per avere un’idea di quanti rifiuti in plastica siano prodotti ogni anno basta pensare all’equivalente del carico di un camion che, pieno di plastica, scarica il tutto nel mare. Se si immagina poi, lo stesso gesto, ripetuto una volta ogni minuto si arriverà alla stima reale del problema: circa 8 tonnellate all’anno. Dato che però, lo scarico di questi rifiuti non avviene così direttamente e soprattutto non siamo noi diretti testimoni dell’accaduto, spesso non ci accorgiamo della portata del problema: come a dire, lontano dagli occhi, lontano dal cuore.
Il problema, invece, è in crescita e necessita di iniziative locali e globali per giungere ad una soluzione che interessa tutti, nel rispetto dell’ambiente.
L’Unep, per esempio, (il programma Onu per l’ambiente), lo scorso febbraio ha dichiarato guerra alla plastica negli oceani, attraverso una campagna pubblicizzata attraverso l’hashtag #CleanSeas chiedendo ai governi delle politiche indirizzate verso la riduzione del consumo della plastica e alle aziende la riduzione degli imballaggi di plastica dei loro prodotti. Le iniziative sono molte anche localmente, e dipendono però dalla sensibilità dei singoli governi e paesi nei confronti del tema: dalla diffusione delle bottiglie di vetro che possono essere lavate e riutilizzate, alla «semplice» raccolta differenziata. Ma tra le iniziative, quella di Ooho! risulta spiccare tra le altre perché invece di concentrarsi su mezzi più efficaci per riciclare il materiale, o ridurne il consumo, l’attenzione si è volta alla ricerca di un nuovo materiale, o forse sarebbe meglio dire un nuovo «contenitore». Sì, perché Ooho! si presenta sotto forma di una piccola bolla, composta all’interno del liquido da bere e contenuta esternamente da un involucro composto per il 100% da estratti di piante e alghe: questo lo rende perfettamente biodegradabile tra le 4 e le 6 settimane, esattamente come un qualsiasi frutto.
Presentandosi quindi come una «bolla» e non come un liquido che necessita di un suo apposito contenitore, è stato soprannominato «l’acqua che si mangia» anche se, ovviamente, non deve per forza essere acqua, perché gli si possono aggiungere gusti e colori diversi. Tra gli altri vantaggi: è fresco, perché ha una durata di alcuni giorni, è totalmente sicuro e igenico perché può venire «sbucciato» come un frutto facendo sì che la sua parte esteriore protegga l’interno e, di nuovo, elimina la necessità di usare la plastica per questo scopo.
Lo scopo della Skypping Rocks Lab, fin dall’inizio, è stato quello di mantenere i vantaggi della classica bottiglietta di plastica, in quanto contenitore e in quanto trasportabile, ma allo stesso tempo di giungere a trovare qualcosa che potesse invece eliminare i suoi difetti, come appunto l’impatto globale.
Attualmente Ooho! viene venduto per lo più a eventi pubblici e privati, conferenze, festivals e presentazioni della stessa azienda creatrice. Una delle idee è quella di cercare di diffondere il consumo di Ooho! durante le maratone o gli eventi sportivi, ma i suoi inventori sperano che il prodotto possa essere sempre più diffuso, tanto da creare quel significativo cambiamento ambientale di cui abbiamo bisogno.
Interessante! Bravissima Laura
Grazie mille Chiara!