Arti e politica: il ruolo degli intellettuali
Le arti e la politica. Prospettive sociologiche
A cura di Milena Gammaitoni
Cleup — 2016 — 16 euro
Nel 1993 la biennale di Whitney negli States segna uno spartiacque nel corso della storia: i curatori, formatisi nella contestazione degli anni ’60, uniscono arte e politica in un contesto ufficiale. Da allora sono passati vent’anni e questo binomio non sorprende più così tanto. Cos’è oggi la politica? L’artista si misura con essa in qualità di intellettuale? È più critico, assertivo o indifferente, ritirato in un apparente silenzio? Queste sono le domande a cui gli autori di questa raccolta di saggi cercano di rispondere. Milena Gammaitoni, ricercatrice di Sociologia generale nell’ateneo di Roma Tre, cura questo volume caratterizzato da una sfida intellettuale di non poco conto, quella di analizzare l’agire artistico in relazione alle questioni politiche. L’opera d’arte diviene sempre di più una guida per la lettura della realtà grazie alla sensibilità intuitiva dell’artista, su questo non ci sono dubbi. Hannah Arendt, citata dalla curatrice nell’introduzione al volume, «scrive riguardo all’agire privato come azione mai singolare, ma plurale, discorsiva, politica. Si può non apparire pubblicamente, come lei stessa spesso fece, ma incidere sulla collettività e far parte di essa scrivendo, perché ogni opera, compresa l’opera d’arte, rimane nel mondo, si distacca dal singolo vivendo una vita autonoma», una vita pubblica. Il risultato trascende dall’ambito artistico per trasformarsi in un’importante riflessione sul ruolo degli intellettuali in questo mondo così caotico, in cui la ricerca di punti di riferimento sembra essere sempre più spesso vana.
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