Austria, lockdown per i non vaccinati: esempio di segregazione moderna

In Austria, da oggi scatta il lockdown per coloro che non si sono sottoposti al vaccino, non basterà nemmeno più il tampone per fare le proprie attività giornaliere. Chi non ha ricevuto almeno una dose da vaccino non potrà accedere in bar, palestre, ristoranti e luoghi di svago. Una misura che, almeno finora, non era stata minimamente presa in considerazione da nessun Paese al mondo. La giustificazione a questa misura è stata l’aumento dei contagi in una settimana, che hanno superato quota 9000 casi giornalieri. Un provvedimento, ancora più assurdo se si conta che l’Austria ha raggiunto il 66% della popolazione vaccinata e sarebbe legittimo dubitare se la causa dell’aumento dei contagi è da imputare a chi non si è voluto iniettare il siero, oppure anche a chi magari, già avendo fatto il vaccino, può contagiare e farsi contagiare.

Sembra, ormai, che si sia arrivati ad un punto dove qualsiasi provvedimento è permesso, in nome della salute. Salute che, per altro, i Governi europei hanno contribuito a distruggere in trent’anni di privatizzazioni selvagge, chiusure di ospedali, blocco delle assunzioni nella sanità. Oggi, con retorica ipocrita, quegli stessi Governi vessano i propri cittadini che si avvalgono del loro diritto sancito dalle costituzioni democratiche, ossia di poter rifiutare di sottoporsi ad un trattamento sanitario che, peraltro, ha dimostrato di non garantire l’immunità dal virus e nemmeno la possibilità di non infettare gli altri, oltre a comportare, soprattutto per i più giovani, rischi gravi.

In Italia, non dovrà sorprendere se si introdurranno provvedimenti simili; infatti, sono diversi mesi che politici e virologi mainstream minacciano apertamente di rinchiudere i non vaccinati, come ad esempio Roberto Burioni, dalla cui bocca uscirono le vergognose parole: «Devono stare agli arresti domiciliari e fare una vita da sorci». Il meccanismo con cui questi provvedimenti lesivi della dignità umana riescono a passare è sempre il medesimo. Si convince, attraverso i media di massa che c’è un problema di portata enorme, si stimola la reazione di panico, con buona parte della popolazione che chiederà alla politica e al governo di trovare rimedi al problema; infine si propone la soluzione, che si aveva già deciso di attuare con ogni mezzo necessario. Il problema diventa sempre il pretesto con cui realizzare quelle misure che sarebbero inaccettabili, se le persone non fossero state convinte di essere in una situazione di pericolo.

Ormai, il rischio di emulazione dell’Austria è molto alto. In Italia si è arrivati già a una soglia di intolleranza indegna, le proteste che si stanno tenendo, ogni volta che possono essere troppo scomode o ribaltare i rapporti di forza fra chi si oppone alla tessera verde e il Governo, vengono represse con violenza (vedasi il caso emblematico di Trieste). La maggioranza della popolazione è favorevole al green pass e fra di loro c’è chi pensa che le misure nostrane siano ancora troppo soft. Non resta che sperare in un risveglio collettivo, ma allo stesso tempo prepararsi ad essere una minoranza resistente, che non accetta ricatti da un Governo che sarà disposto a segregare tutti coloro che si opporranno all’infame tessera verde e al vaccino.