Banche: quanto vanno tutelati i risparmiatori?

Nella maggior parte dei paesi europei esistono fondi che tutelano correntisti e titolari di conti deposito in caso di fallimento dell’istituto bancario a cui avevano affidato il loro risparmio. L’ammontare garantito varia fortemente da stato a stato e l’Unione Europea, con una recente direttiva, ha indicato come limite minimo 100mila euro. È importante chiedersi questo tipo di provvedimenti che conseguenze abbia all’interno del mondo bancario e della società in generale.

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Se, infatti, a prima vista tali provvedimenti possono sembrare tutto fuorché negativi, a una più profonda analisi sorge il dubbio se un eccesso di garanzia non possa inceppare il mercato. Il risparmiatore che non si deve minimamente preoccupare della solidità dell’istituto a cui si affida sceglierà solo in base agli interessi da esso promessi, creando la paradossale situazione in cui banche poco serie, che offrono remunerazioni che non possono permettersi, attireranno grosse fette di mercato su di sé, togliendo clienti a banche più prudenti, ma obbligate lo stesso a soffrire per la mancanza di lavoro, con il risultato di un indebolimento dell’intero sistema. Le banche più aggressive, inoltre, saranno a loro volta in difficoltà per aver garantito condizioni al di sopra delle proprie possibilità. Una soluzione che, da una parte, assicuri di non lasciare sul lastrico nessuno e che dall’altra valorizzi la differenza di solidità tra i vari istituti, è quella di far contribuire a tali fondi in base al rischio di insolvibilità proprio dell’istituto stesso. In Italia alcuni passi in questo senso sono stati fatti, anche se la differenza di spesa tra istituti più o meno virtuosi è ancora troppo modesta.
Il nostro paese, inoltre, è tra i peggiori per alfabetizzazione finanziaria e ciò non può che rendere la situazione ancora più pericolosa. Per quanto possa naturalmente dispiacere vedere persone perdere i propri risparmi (o investimenti), pensare, com’è accaduto recentemente col caso del fallimento di alcuni istituti tra cui Banca Etruria, che un rimborso straordinario da parte dello stato sia dovuto e privo di alcuna conseguenza negativa è un grave errore e un passo da compiere eventualmente con molta attenzione. In primis, atti di questo genere potrebbero essere considerati come una beffa da tutti quei risparmiatori più accorti, che negli stessi anni si sono accontentati di remunerazioni minori di quelle offerte da tali banche e che ora dovrebbero contribuire anche con le proprie tasse al rimborso degli altri. Inoltre si continuerebbe a lanciare il pericolosissimo messaggio che la sicurezza degli investimenti non è un importante parametro da considerare quando si sceglie un investimento.
In questo senso, un doveroso messaggio che il nostro paese deve imparare una volta per tutte è che il rischio è parte integrante e fondamentale del mondo finanziario e ciò non può essere dimenticato solo al momento delle perdite, se non a costo di mettere in pericolo l’intero sistema.