Barcellona: al ristorante a mangiare «scarti»
Ogni anno un terzo del cibo prodotto nel mondo viene buttato, in Europa e in Nord America vengono persi tra i 95 e i 115 kg di cibo l’anno per persona, mentre in Africa subsahariana tra i 6 e gli 11 kg. Una quantità enorme se si pensa che quel cibo potrebbe essere meglio distribuito e riutilizzato e la maggior parte degli sprechi potrebbero essere evitati, infatti le statistiche affermano che, se si potessero recuperare tutte le perdite e gli scarti, si potrebbe dare da mangiare, per un anno intero, a metà dell’attuale popolazione mondiale.
In questo senso nasce a Barcellona un ristorante anti-sprechi dove il menù è a base di scarti alimentari. Il ristorante Semproniana ha proposto un’iniziativa chiamata #gastrorecup: una serata con un menù creato esclusivamente con prodotti destinati all’immondizia. Il costo della cena era di soli 4 euro, un prezzo simbolico e accessibile. I prodotti di scarto non sono alimenti che sono marciti o poco sicuri per la salute, come spesso si pensa: ogni sera supermercati e altri negozi si liberano di una vasta quantità di prodotti che sono in prossimità della scadenza (non sono quindi ancora fuori norma) o semplicemente sono «brutti» e irregolari e risultano quindi invendibili.
La chef proprietaria del locale, la catalana Ada Parellada, spiega come prima della cena sia stato compiuto un lavoro preventivo, una ricerca di negozi e supermercati disposti a cedere gli alimenti destinati allo smaltimento, e come abbia così recuperato qualcosa da una parte e qualcos’altro da un’altra, per poi adattare il menù a ciò che era riuscita a recuperare. Con questi «scarti» ha composto un menù di 10 portate, cinque primi, cinque secondi e inoltre quattro tipi di dolce. La filosofia della serata era proprio quella dell’adattamento: gli ospiti non potevano scegliere il tipo di piatto, ma mangiavano il piatto che toccava loro.
Unica condizione richiesta dalla ristoratrice, quella di raccontare la propria esperienza nel locale con l’hashtag #gastrorecup, in modo che l’iniziativa, che si ripeterà a breve, potesse essere resa nota e pubblicizzata, magari condizionando le abitudini di altri ristoranti o di famiglie «sensibili».
Un’iniziativa amica della terra e della sostenibilità, che ha ottenuto un enorme successo in particolare nella città e che fornisce un ottimo esempio. È giunto il momento di separarsi da comportamenti sofisticati e incontentabili e provare nel proprio piccolo a migliorare abitudini poco sostenibili: basterebbero gesti piccoli ma davvero significativi.
Anna Toniolo
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