Padovani ospitano profughi, l’ira del sindaco Bitonci
«Portàteli a casa tua» è il refrain che ripetono i leghisti ogni volta che qualcuno tenta di spiegar loro le ragioni dei migranti e il dovere di accoglierli. A Padova alcune persone hanno preso sul serio il loro invito, decidendo di dare ospitalità ad alcuni profughi in appartamenti di loro proprietà, ma invece di ricevere complimenti per la loro generosità, hanno scatenando l’ira del sindaco leghista Massimo Bitonci. Con un suo assessore si è dapprima fatto fotografare davanti all’ingresso di uno dei due appartamenti, riaccendendo tristi ricordi, per indicarne a tutti l’ubicazione, poi ha dato il via ad una raccolta di firme contro la presenza in città di extracomunitari e infine ha siglato oggi un’ordinanza per vietare, a suo dire, ai padovani di ospitarli nelle loro proprietà.
Va detto che in città sono da tempo attivi 45 appartamenti che ospitano profughi, alcuni anche di proprietà comunale, senza che la cosa abbia mai creato né clamori, né problemi e senza che il sindaco ne abbia mai fatto cenno. Ma evidentemente l’avvicinarsi della data del voto per le regionali del Veneto e il desiderio di dare il suo sostegno al presidente uscente, ha consigliato Bitonci, noto per aver prodotto in un anno solo l’esilarante ordinanza anti-Ebola e la chiusura dei bar alle 2 di notte, di riprendere in grande spolvero il tema che più fa attorcigliare le budella dell’elettorato leghista, quello dei profughi. Nella sua propaganda il sindaco sostiene che la nuova ordinanza impedirà di ospitare migranti nelle case private, in realtà ribadisce quelli che devono essere i requisiti igienico-sanitari perché dei locali possano essere adibiti ad abitazione, standard fissati con un decreto ministeriale nel lontano 1975 e che tutte le dimore devono rispettare senza bisogno che ce lo dica lui. Ma naturalmente saranno in pochi i cittadini che avranno voglia di leggersi e approfondire i contenuti dell’ordinanza e ciò che passerà sarà l’hastag #noclandestininellecaseprivate e l’idea di avere finalmente un sindaco che caccia gli stranieri perché «qui siamo già in troppi e non ci sono soldi nemmeno per noi».
Diciamoci la verità, Bitonci è un sindaco imbarazzante come pochi, ma con la comunicazione ci sa fare, sa dove colpire con messaggi semplici e chiari che risvegliano i sentimenti meno nobili di una parte della società che non si vergogna di esprimere ad alta voce il proprio opportunismo, egoismo, razzismo.
Vedremo quanti saranno domani i padovani che con il sindaco parteciperanno alla «fiaccolata contro i profughi» organizzata da alcuni cittadini, un’iniziativa che non ha precedenti in una città cui non bastano un’antica università per essere colta, né una basilica dedicata a Sant’Antonio per essere ospitale, né tante associazioni di volontariato per essere generosa, una città cui sono stati sufficienti pochi mesi sotto un’amministrazione leghista per rompere gli indugi e mostrare, senza imbarazzo attraverso tv e giornali, il peggio di sé agli occhi di tutto il paese.
E’ vero, Bitonci appare imbarazzante agli occhi di tutti coloro che continuano a usare il cervello malgrado tutto. Tuttavia sono stati ugualmente imbarazzanti i suoi elettori che pur di non votare l’imbarazzante Rossi, hanno preferito raccontarsi l’ennesima bufala e cioè che non c’era alternativa. Va anche ricordato l’imbarazzante Zanonato, sedicente “di sinistra”, che ergeva i muri anti Bronx alla Stanga. E prima ancora la Destro, eletta per non fare il tram a Padova, e poi l’ha fatto. Da anni queste amministrazioni si sono dimostrate imbarazzanti, per non dire altro, perennemente in campagna elettorale e assolutamente incapaci di far fronte al problema immigrazione con competenza, con efficacia e nell’interesse della pacifica convivenza civile. La soluzione? Scoprire che esiste un’alternativa e farne a meno.