57a Biennale d’Arte 2017: ecco i numeri del successo
Domenica 26 novembre si è chiusa la 57a Biennale di Arte Contemporanea di Venezia. I risultati della manifestazione, che si alterna annualmente con quella di Architettura, sono sbalorditivi: i visitatori sono stati 615mila. Questi numeri da capogiro sono relativi ai sei mesi d’apertura della Mostra Internazionale d’Arte, inaugurata il 13 maggio scorso. «Viva Arte Viva», questo il titolo, è stata curata da Christine Macel. Già trapelano indiscrezioni riguardo al curatore della prossima edizione, il cui nome, però, sarà reso noto solo nel periodo natalizio.
Il Ministro dei Beni Culturali Dario Franceschini ha sottolineato con orgoglio questo successo, confermando ancora una volta il ruolo della Biennale, la quale rappresenta un’eccellenza nel campo artistico mondiale, donando prestigio all’Italia. Ciò che ha dato maggior soddisfazione al Presidente della Biennale Paolo Baratta, invece, sono stati i numeri delle ultime settimane di apertura, in cui si è raggiunto un picco fino a 31mila presenze. Molte di più, se le confrontiamo alle 23mila registrate durante la vernice – tenutasi il 10, 11, 12 maggio – che rappresenta l’occasione «di mercato» per la manifestazione. Questi dati sono la riprova che la Biennale non ha nulla da invidiare alle fiere d’arte più importanti d’Europa, come ad esempio Art Basel (Basilea).
Ciò che rende ancora più positivi i risultati ottenuti da «Viva Arte Viva» è, appunto, il clima di concorrenza in cui si è svolta, poiché parallela alla doppia edizione di documenta di Atene e Kassel. Tanto più sorprendenti se si pensa che non sono state effettuate spese per la pubblicità, né sono mai stati invitati direttamente i Paesi stranieri; questi ultimi, nonostante tutto, hanno comunque raggiunto il numero di 86.
Analizzando i dati più in profondità, si evince che circa un terzo dei visitatori è costituito da under 26, di cui 35mila studenti: un fatto incoraggiante, se si pensa a quanto sia difficile, soprattutto per i giovani, avvicinarsi al mondo dell’arte contemporanea. Dispiace, invece, per i veneziani: i residenti nella città lagunare a recarsi all’esposizione rappresentano meno del 2% dei visitatori.
In base all’esperienza di chi scrive, ogni edizione ha i suoi lati positivi e negativi. La 57a non ha visto i prezzi abbassarsi (un po’ alti, se si considera che il costo gravita sui 20-25€ in base agli sconti, e 15€ per gli studenti) e introdotto il mal riuscito sistema di biglietteria all’ingresso con i numeri (eh sì, proprio come al banco dei prosciutti). Chi scrive si è vista costretta, in mancanza di informazioni adeguate e di pannelli funzionanti, ad acquistare il biglietto online via smartphone, con una maggiorazione di prevendita di 1,50€. Ciononostante, è valsa la pena di visitare questa Biennale, sia la sezione Giardini sia l’Arsenale: ogni anno si ha come l’impressione che la chiusa contemporaneità dell’arte stia cominciando a sdoganarsi. Le opere presentate si avvicinano molto di più al visitatore, che non è un semplice turista, ma un appassionato (di vari livelli, sia chiaro). Il bello dell’arte contemporanea odierna è proprio il suo intento: comunicare con il pubblico, far sì che esso la interpreti come meglio crede e che addirittura compartecipi alla sua creazione.
Laureata in Economia dei Beni Culturali all’Università Ca’ Foscari di Venezia, frequento la magistrale in Marketing e Mercati Globali all’Università di Milano-Bicocca. Innamorata della cultura, nel mio piccolo cerco di diffonderla il più possibile.