Padova: Bitonci viene smentito dai fatti
Scorrendo sul profilo pubblico di Massimo Bitonci, attuale sindaco leghista di Padova, si trovano i post più disparati: dai soliti «tutti a casa», «ruspe» a volontà e slogan perfettamente in linea con il pensiero della Lega Nord, a foto che lo ritraggono con il Club Vecia Padova «che Zanonato (il suo predecessore del Pd, ndr) non aveva mai voluto incontrare». In mezzo a questa marmaglia di materiale ce n’è altro che, oggi, risulta più interessante: le promesse elettorali fatte dal sindaco «fatti non parole» (slogan che sulla sua bacheca pare caricato di un sapore rivoluzionario ma che di rivoluzionario non ha proprio nulla dato che è ciò che un sindaco dovrebbe fare).
Pare però che Bitonci non sia riuscito a trasformare proprio tutte le parole in fatti. A quanto pare il 18 maggio del 2015 il primo cittadino aveva avuto la brillante idea di potenziare il servizio di trasporto pubblico ma a oggi il risultato non sembra proprio essere stato quello promesso. Si parlava di fantomatici, quasi fantascientifici autobus notturni (presenti in qualsiasi città relativamente estesa d’Italia) che tuttora non sono stati attivati con il conseguente disagio di molti. A questo proposito due giorni fa gli studenti si sono trovati in piazza per chiedere un trasporto urbano pubblico sostenibile e accessibile agli studenti.
Mistero più grande è rappresentato dal nuovo ospedale che si sarebbe dovuto costruire in zona San Lazzaro, alle porte della città. Ospedale sì, ospedale no: l’opinione di Bitonci riguardo questa nuova struttura è controversa. Nel suo programma elettorale dice chiaramente che «non ci sono soldi per realizzare un ospedale dal nulla» ma il 25 febbraio 2015 su Facebook scrive, autosmentendosi, che ha intenzione di promuovere un progetto per la costruzione in zona San Lazzaro di un nuova struttura ospedaliera (proposta che comunque è stata bocciata il 22 novembre 2015).
Inoltre: a settembre doveva essere già pronto il parcheggio gratis promosso da Bitonci alla caserma Prandina, tristemente famosa per essere diventata un centro di accoglienza dei profughi, ma i giorni passano e del parcheggio nemmeno l’ombra.
Il punto che più appassiona del programma elettorale è la Cultura. A quanto pare Bitonci avrebbe voluto che gli studenti aderissero a uno statuto promuovente il dialogo continuo e fattivo con la città e con l’amministrazione comunale. Ora io, caro sindaco, il patto posso anche firmarlo, ma non è che poi mi ritrovo a dover subire decisioni che il dialogo lo impediscono? Il caso di Michela Marzano, un esempio tra i tanti, rende chiaro che il dialogo non pare proprio essere una delle Sue priorità. Ma forse mi sto sbagliando: ho interpretato male io, sicuramente. Lei intendeva sì al dialogo ma quello su argomenti scelti da lei, giusto? Così allora va bene, così sì che tutte le promesse sono rispettate. In fondo è pur sempre vero che lei è il «sindaco dei fatti, non parole».
Giada Arcidiacono
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