Blog ed elezioni: la risposta di Cecilia
Ho assistito a parte del dibattito riguardante il fatto che la mia candidatura potrebbe essere in conflitto di interessi con lo scrivere per la Voce, e volevo dire la mia in proposito. Per il momento non c’è nessuna incompatibilità, dato il mio ruolo di nessun potere all’interno del Partito; quando e se verrò eletta in consiglio comunale deciderò che cosa fare con questo blog.
Quello che mi dispiace riguardo la mia candidatura è una lieve incoerenza (o non proprio lieve, a seconda della scala di valori di ognuno di noi): la sottoscritta, in un’intervista al Mattino di Padova, aveva quasi escluso la possibilità di ripresentarsi, a causa di scelte personali e perché non mi piaceva quella sorta di stagnazione politica che si era creata nel partito a livello comunale, in seguito alla sonora batosta del 2013. Insomma, mi sento un po’ come quei politici che dichiarano di ritirarsi e poi… Il fatto è che le cose dopo la candidatura di mio padre sono cambiate, ho sentito il dovere di ricandidarmi come imperativo categorico, come una chiamata alle armi. Non vi posso spiegare chi è mio padre qui per evitare campagna elettorale sulla Voce, ma almeno ho chiarito la mia posizione almeno fino alle elezioni, poi sarà quel che sarà. Un saggio dice che l’identità di ognuno di noi non è una sola, non siamo solo cristiani, solo musulmani, solo italiani, solo cinesi, solo europei o eschimesi, siamo inseriti in più gruppi, non abbiamo un bollino appiccicato in fronte che ci definisce come quello sulle mele. Per cui rivendico il mio sacrosanto diritto ad essere più cose contemporaneamente, ad avere il Partito Democratico come casa politica, il mio quartiere come casa fisica, l’Unione Europea come casa comune, Londra come casa di fuga dalla realtà e questo blog come casa di crescita. Temo solo che, con tutte queste case, l’Imu potrebbe essere salatissima.
Impegnata tra libri e scacchi, in movimento tra Padova e Torino, sempre con una forte dose di sarcasmo.