Breve e difficile la vita di Marina Cvetaeva, poetessa

Mia madre e la musica
Marina Cvetaeva
Passigli editore – 2016 – 12 euro

cprmkvawgaacoqkMarina Cvetaeva è una poetessa russa. Nasce a Mosca nel 1892, figlia di professore universitario di Belle Arti  e della pianista Marija Alexandrovna Mejn. È una delle voci più originali della poesia russa del Ventesimo secolo e l’esponente più di spicco del locale movimento simbolista; a partire dagli anni Venti il suo lavoro viene osteggiato dal regime sovietico per la vicinanza della Cvetaeva e del marito con la lotta anticomunista e con l’armata bianca. Per questo ebbe poi un’esistenza breve e travagliata, prima da esule e poi in un campo di lavoro in Russia, che si conclude con il suicidio nel 1942.
La Passigli ha scelto di pubblicare i suoi racconti autobiografici appartenenti agli anni della maturità, tra il 1934 e il 1935. Il primo di questo volume, Mia madre e la musica, rappresenta una bella testimonianza del difficile rapporto tra Marina e la madre e allo stesso tempo una chiave importante per comprendere l’origine creativa della poesia della Cvetaeva: la musica si lega indissolubilmente con la scrittura poetica attraverso l’esperienza infantile al pianoforte, vissuta come un’imposizione materna ma non per questo meno fondamentale e fondante per la sua ispirazione poetica fortemente musicale. Consolante in parte per la madre musicista che «quando al posto del desiderato, dello scontato, del quasi obbligatorio figlio Aleksandr» vede nascere solo lei, Marina, dopo aver inghiottito orgogliosa un sospiro, dice: «Almeno diventerà una musicista».
Infine va detto che tutto il libro è percorso dai colori, dai profumi e dai suoni che circondano la dacia di Tarusa, una località di campagna dove la famiglia Cvetaev passava l’estate. La memoria è resa particolarmente vivida e attenta a causa della forzata lontananza dell’esilio che si faceva con il tempo sempre più intollerabile. I luoghi sono tangibili in un’atmosfera rarefatta, magica, surreale.

C.R.