Brexit: gli inglesi chiedono passaporti comunitari
Mentre Wolfgang Schäuble, sergente di ferro della locomotiva d’Europa, colui che nel 2015 offrì scherzosamente al ministro del Tesoro americano Law la Grecia in cambio di Puerto Rico nell’Eurozona, offre al Regno Unito un warm welcome back nel caso in cui quello che una volta era l’impero di mezzo mondo decidesse di rinunciare alla Brexit, i cittadini di sua maestà residenti in Europa stanno letteralmente assalendo le ambasciate e i consolati locali per ottenere un passaporto comunitario.
Nella Gran Bretagna confusa dalla batosta della May e che sta ancora cercando di formare un governo, i no-brexiters stanno già correndo ai ripari prima che il fantasma dell’uscita dall’Unione diventi una severa realtà. In Germania, per esempio, nel 2016 i cittadini britannici che hanno richiesto la naturalizzazione tedesca sono aumentati del 361% rispetto al 2015, e un trend simile anche se più contenuto si registra per le richieste di passaporti francesi e irlandesi.
Non mancano le richieste per passaporti italiani: ha fatto già discutere la decisione dell’attore Colin Firth, premio Oscar per il film Il discorso del re, di chiedere la cittadinanza italiana proprio adesso, dopo «soli» vent’anni di matrimonio con la produttrice italiana Livia Giuggioli. C’è chi parla di retromarcia, di retrofront, tra corteggiamenti schäubleriani e diplomazie macroniane, ma dinanzi alla decisione del popolo sovrano ci sarà sicuramente poco da fare.
Al di là di quanto durerà la signora May e dei presunti colloqui riservati su Brexit fra Tory e Labour, si delineano alcune posizioni che peseranno su questo addio sempre più incerto all’Unione europea e sul prossimo governo. In pochi intendono mettere in discussione l’unione doganale, tantomeno i nordirlandesi del Dup, in contrasto con la linea May e la sua forza nel definire futuri accordi commerciali, mentre sempre più deputati si dimostrano attratti verso un mercato unico europeo, che a sua volta però cozza con la linea dura sull’immigrazione tanto sbandierata in campagna elettorale. Stabilire la positività o la negatività di Brexit è più un compito soggettivo di ciascun individuo che altro, ma di sicuro sta avendo le sue conseguenze e tra queste un effetto «si salvi chi può» tra chi davvero tiene a un mercato e una vita paneuropei.