C’è un buco nero di dimensioni sensazionali
Ognuno di noi immagina il buco nero come un’immensa voragine oscura che assorbe tutto ciò che si aggira nelle sue vicinanze. Ma che cosa sappiamo davvero su questa entità cosmica?
In fisica il buco nero è definito come una regione spazio-temporale che possiede un campo gravitazionale talmente grande da imprigionare tutto ciò che vi è all’interno, compresa la luce.
Questo fenomeno è dovuto al fatto che la velocità necessaria per uscire da un buco nero dovrebbe superare quella della luce, che costituisce la velocità limite entro il quale i corpi si muovono.
Le conoscenze riguardo al cosmo si sono evolute esponenzialmente in questi anni e negli ultimi mesi sono state dedotte nuove e sensazionali nozioni che riguardano proprio la regione più oscura dell’universo.
Alcuni scienziati della Australian National University, hanno scoperto il buco nero che cresce più in fretta di tutto l’universo.
Infatti, secondo le ricerche, questo corpo celeste, denominato buco nero supermassiccio, sarebbe in grado di «mangiare» una quantità di massa pari in grandezza al nostro Sole ogni due giorni e sarebbe talmente grande da poter essere eguagliato ad una 2 milioni di corpi celesti della grandezza pari al Sole.
Veniamo a capire che cos’è un buco nero supermassiccio.
Questo tipo di regione spaziotemporale è il buco nero di dimensioni maggiori in assoluto e che possiede una massa milioni o miliardi di volte maggiore del Sole.
Secondo le ultime deduzioni ogni galassia, Via Lattea compresa, ha al proprio centro un buco nero supermassiccio, che come un vortice attira a sé gas e stelle estremamente densi.
A quanto sembra l’enorme energia gravitazionale di un buco nero supermassiccio può essere visto come il motore della galassia stessa.
Per quanto riguarda la Via Lattea, il buco nero che governa la nostra galassia è stato denominato Saggittarius A*, ed è circa quattro milioni di volte più grande del Sole.
Tra le varie stelle che vi gravitano attorno vi è S2, ovvero la stella che di recente è stata ulteriormente studiata dagli astronomi.
Le osservazioni a S2 erano cominciate nel lontano 1992, e nel 2002 avevano portato alla scoperta di Saggittarius A*.
Tuttavia solo ora si è riusciti a delineare l’orbita di questo corpo celeste tramite lo spettrometro SINFONI e l’interferometro GRAVITY, che sono in grado di neutralizzare il seeing, ovvero la distorsione atmosferica, permettendo così agli scienziati di studiare il fenomeno.
Secondo i dati ricavati S2 è situata a 134 Unità Atomiche e viaggia a 25 milioni di km/h, ovvero il 3% della velocità della luce.
Questi studi risultano importanti perché hanno permesso di confermare la Teoria della Relatività coniata da Einstein e hanno dato modo di poter constatare l’inattendibilità delle previsioni date da Newton e dalla meccanica classica.
Lo scopo finale che delinea la strada futura e che sottolinea l’importanza di questa scoperta è quello di studiare maggiormente S2 e Saggittarius A* al fine di poter finalmente unificare le due più grandi teorie che descrivono la fisica, ovvero la Teoria della Relatività e la Teoria Quantistica.
Laureata all’Università di Padova Ingegneria Chimica e dei Materiali e laureata magistrale in Ingegneria Chimica (Susteinable Technologies and Biotechnologies for Energy and Materials) presso l’Almamater Studiorum Università di Bologna.
Scrivo per La Voce che Stecca dal 16 luglio 2015 e su queste pagine mi occupo di cultura, musica e sport, ma soprattutto di scienza, la mia passione.