Caro Jovanotti, parliamo del lavoro
Caro Lorenzo,
ti scrivo in merito al discorso che hai pronunciato all’Università di Firenze: «I giovani possono lavorare anche gratis, se serve a fare esperienza». Il problema qui, a mio modestissimo parere, è nell’ignota distinzione dei termini «lavoro» e «volontariato»: quest’ultimo è da intendersi come il servizio prestato in nome di qualcosa: di un ideale, del benessere dei bisognosi e così via. Il lavoro va sempre retribuito. Il tuo intervento va a braccetto con quello del ministro del Lavoro Poletti che lo scorso marzo, lamentandosi dell’eccessiva durata delle vacanze estive nelle scuole, si pronunciò a favore di un mese trascorso a «fare formazione» di 3 o 4 ore al giorno, anziché «stare solo in giro per le strade». A parte il fatto che sarei curioso di sapere quanti giovani studenti stanno effettivamente «in giro per le strade» tutta l’estate, e a parte il fatto che la «formazione» – come il lavoro del resto – dev’essere facoltativa (l’obbligo al lavoro è una barbarie), non capisco tutto questo accanirsi contro i giovani «nullafacenti», che tanto nullafacenti non sono. Stesso discorso rivolgo al ministro dell’Interno Angelino Alfano, padre della geniale idea di «chiedere ai Comuni di applicare una nostra circolare che permette di far lavorare gratis i migranti», bocciata da tutti. Il lavoro deve essere retribuito.
Caro Lorenzo, se sei così sicuro di quanto dici, mi aggiungo al coro di chi ti propone di fare solo concerti gratuiti: mi pare – ma sono disponibile ad ogni smentita – che i soldi non ti manchino, allora perché continuare a far pagare per assistere ai tuoi live?
Mi auguro che sia solo un miraggio la tua presenza sul carro del renzismo, fatto di tante uscite fragorose affidandosi nella poca memoria degli italiani; come dimenticare le tue parole, era il 27 novembre 2012: «Lo voto (Renzi, ndr), rottamarsi è importante. Io l’ho fatto ad ogni disco». Mi auguro che esca presto il tuo nuovo album, così da poter dichiarare rottamata questa idiozia.
Un saluto
Giornalista professionista e fotografo. Ho pubblicato vari libri tra storia, inchiesta giornalistica e fotografia
Il nostro sempre verde Jovanotti, non è così giovane da non farsi pagare quando lavora, ma non è neanche così vecchio da meritare la clemenza della corte quando spara stronzate. È l’ibrido che fa tendenza?