Palma Crea: poesie tra Calabria e Abruzzo
Ho questo maledetto vizio erratico…
Palma Crea Cappuccilli
DiFelice edizioni – 2014 – 10 euro
È sempre difficile recensire un libro di poesie: dare un giudizio formale a un’opera in versi è fattibile, giudicarne la profondità risulta arduo. La Cappuccilli, da quarant’anni nel panorama culturale abruzzese pur essendo lei nata in Calabria, ha scelto di intraprendere una strada all’apparenza dura e difficoltosa: scrivere un libro di poesie i cui componimenti sono sempre introdotti da estratti di grandi opere letterarie del passato: Pasolini, Rilke, Pessoa, Keats, Stendhal alcuni esempi. Il risultato, questo contrasto fra un’opera buona e contemporanea e dei capolavori (quasi sempre) del passato, è sorprendente: quando gli accostamenti sono azzeccati – molto spesso – torna il vecchio mantra hegeliano secondo cui tesi e antitesi, rispettivamente l’Autrice e l’autore del passato, superano la contrapposizione per divenire sintesi. Motivo ricorrente di questi componimenti è l’addio della terra natia, l’amata Calabria, per intraprendere un viaggio che corrisponde alla maturità e alla crescita. Quando l’Autrice riesce a metabolizzare il cambiamento, a rendere propria la nuova terra in cui deve vivere, ecco l’avvento della consapevolezza, dell’effettiva età adulta, che poco c’entra con l’età anagrafica.
A parte i tre punti di sospensione nel titolo che sono inguardabili, la raccolta della Cappuccilli è un’impresa coraggiosa perfettamente riuscita: le poesie riescono a rimanere nella memoria del lettore anche dopo aver chiuso il libro. E questo è molto importante.
Articoli non firmati o scritti da persone esterne al blog
Io mi chiedo chi sia il genio che è riuscito a far sembrare figo un libro a dir poco noioso e puerile. Complimenti!