Cannabis legale: un iter davvero complicato
Il 25 luglio scorso è approdata alla Camera la prima versione del disegno di legge sulla legalizzazione della cannabis. Il ddl ha infatti già diviso non solo la maggioranza e parte dell’opposizione, ma anche il governo stesso. L’intergruppo che segue il progetto legislativo è stato creato ed è guidato dal senatore Benedetto della Vedova, di Area Popolare, ex radicale e sottosegretario agli esteri.
Politicamente molto variegato, ha al suo interno soggetti che appartengono tanto al MoVimento 5 Stelle quanto a Forza Italia, oltre che al Partito Democratico, a Sinistra Ecologia e Libertà e al gruppo misto. Questo primo modello della legge prevede la creazione di un monopolio di Stato con la possibilità per i privati di riunirsi in associazioni di venditori riconosciute. Il limite massimo di quantità acquistabile è di 5 grammi, 15 se tenuti in casa, sono consentite la coltivazione (per un massimo di cinque piantine) e la cessione a terzi di piccole quantità, se gratuita. Vietati restano il consumo nei luoghi pubblici e di lavoro, e la pubblicità diretta o indiretta. Le opposizioni alla legge non hanno tardato ad arrivare. Sono stati infatti presentati in tutto 1229 emendamenti, di cui 39 del Pd. Il ministro della Sanità Beatrice Lorenzin ha dichiarato in conferenza stampa che la marijuana è una droga dannosa, specialmente per i giovani. Secondo il vicepresidente del senato Maurizio Gasparri la legge non ha alcuna possibilità di essere approvata, neanche alla Camera, e qualora passasse sarebbe comunque stroncata al Senato. Carlo Giovanardi, di Identità e Nazione, ha invece dichiarato: «Entriamo nell’era dell’inciviltà e del profitto». Non ultimo il capogruppo di Forza Italia alla camera, Renato Brunetta, che ha dichiarato in un’intervista a Radio Radicale che la legalizzazione della marijuana ne comporterebbe un vertiginoso aumento di prezzo (il quadruplo almeno), e quindi non si risolverebbe il problema del mercato nero. A questo proposito vediamo quali sono i prezzi nei vari paesi del mondo in cui questa sostanza è legale o meno: in Olanda, Spagna e Germania, dove la legislazione si è aperta in vario modo alla regolamentazione della cannabis, i prezzi al grammo sono rispettivamente 5,50, 3,50 e 9,50 euro. In Giappone, Polonia e Francia, dove invece la sostanza è totalmente illegale, i prezzi per grammo sono 62 euro nel paese del Sole Levante, dagli 8 ai 18 in Polonia e 7 in Francia. Dunque i dati dimostrano che i costi sono molto variegati, ma una cosa è certa: il mercato illegale di cannabis frutta ogni anno dai 4 ai 9 miliardi di euro, tra lo 0,3 e lo 0,6% del Pil. Trovare un modo per regolamentare questo mercato potrebbe dare la possibilità di togliere risorse alle associazioni criminali che se ne occupano. Infine, la legalizzazione del consumo di cannabis non ne comporta in genere un aumento della domanda: il Department of Public Healt and Enviroment ha condotto un sondaggio su 17mila studenti in Colorado. Si è osservato che nel 2009 il 43% degli intervistati aveva fatto uso di marijuana almeno una volta nella vita, mentre nel 2015 – dopo la legalizzazione – questa percentuale è scesa al 38%.