Caro Piero Angela, la scienza è e dev’essere democratica
Ultimamente va molto di moda il motto «La scienza non è democratica», una massima sdoganata dal social medico Roberto Burioni per zittire gli antivaccinisti e pronunciata nei giorni scorsi anche da Piero Angela, ospite a Omnibus su La7. Lo storico divulgatore Rai ha poi spiegato che la scienza «non ha punti di vista. Non è che ognuno ha una sua idea. E lì, rispetto alla politica, si va più d’accordo, perché due più due fa sempre quattro», e infine per fortuna aggiunge «Proprio non sempre, ma insomma».
Stupisce che un uomo di grande spessore culturale e di grande preparazione come Piero Angela si adatti al semplicismo comunicativo firmato Burioni: la scienza non è e non può essere non democratica, pena l’imbalsamazione degli scienziati sempre sulle stesse teorie in una torre d’avorio guardata con diffidenza dai «non eletti». La scienza, e basta studiarne un po’ la storia per vederlo, è fatta di dubbi, di scontri, di confronti e, qualche volta, anche di violenza verbale o fisica. Solo lo scienziato con tante domande e poche risposte può scoprire qualcosa di nuovo, senza accontentarsi di utilizzare ciò che ha già. Non stiamo assolutamente dicendo che qualunque opinione in merito a un fatto scientifica sia vera, ma che anche la più assurda delle balle va tenuta in considerazione per poi confutarla.
È ovvio che la democraticità della scienza non si traduce in un’uguaglianza di autorevolezza: il non addetto ai lavori non può avere la stessa credibilità del medico, se si parla di medicina. Ma questo è vero per qualunque discorso: si suppone che lo storico conosca la Storia, che il linguista padroneggi la linguistica, che il muratore sappia meglio di tanti altri come si costruisce una casa, e così via. Se la non democraticità della scienza è basata su questa considerazione, allora la frase non è sbagliata, bensì banale, di un’ovvietà sconcertante.
Se invece pensiamo che la scienza non sia democratica perché basata su tanti ipse dixit, allora siamo davvero fuori strada. Se è vero che generalmente vale il principio di non contraddizione (non può essere vera sia una cosa sia il suo contrario), è altresì vero che spesso questa situazione si manifesta perché due fenomeni, A e B, ci sembrano l’uno il contrario dell’altro, quando invece – se ci poniamo delle domande e approfondiamo – possiamo scoprire che la realtà è diversa dall’apparenza.
Il già citato ipse dixit è controproducente anche quando si parla di divulgazione, che è quello che fanno sia Roberto Burioni sia Piero Angela: dire che la Terra gira intorno al Sole perché è così ha un duplice effetto: 1. annoia l’ascoltatore e lo rende meno interessato all’argomento e 2. lo porta inevitabilmente a dare lo stesso valore a quest’affermazione e al suo contrario, perché entrambe non motivate.
La divulgazione dev’essere fatta scendendo allo stesso piano del proprio interlocutore anche se, in merito alla tematica dibattuta, c’è un abisso in termini di conoscenza fra i due individui. Non c’è altro modo di spiegare in modo chiaro (e paziente) quale è la verità scientifica (questo termine meriterebbe una discussione a sé).
Giornalista professionista e fotografo. Ho pubblicato vari libri tra storia, inchiesta giornalistica e fotografia