Se il «No» non è tutto CasaPound, il «Sì» non è Licio Gelli
Molti sostenitori del «No», informati e colti, sono stati paragonati a CasaPound. Se questo paragone è inaccettabile, lo sono anche quelli verso il fronte del «Sì»: siamo stati definiti serial killer (della democrazia) e siamo stati paragonati a Licio Gelli della P2, perché anch’egli voleva una riforma costituzionale. La sua riforma modificava entrambe le camere in modo indecente, E cancellava del tutto l’autonomia della magistratura. Inoltre, la simpatica associazione culturale Propaganda 2 aveva un modo tutto suo di far rispettare l’articolo 138, a colpi di omicidi, altro che discussione parlamentare. Per quanto riguarda il tentativo di Berlusconi, il duca di Arcore voleva ampliare a dismisura i poteri del premier e scioglierlo dai rapporti di fiducia con entrambe le camere. Anche l’accordo Berlusconi e D’Alema (che non c’entra nulla con Gelli) andava nella direzione di una repubblica semi-presidenziale. Cerchiamo di essere onesti perché paragoni di questo tipo sono inaccettabili.
Impegnata tra libri e scacchi, in movimento tra Padova e Torino, sempre con una forte dose di sarcasmo.
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