C’è un rintocco regolare nella storia della vita?
Il tempo non aspetta nessuno. Un mantra così perentorio da suscitare parecchie riflessioni. Una di queste ha persino dato luogo a un intero film di animazione, La ragazza che saltava nel tempo”, sotto regia Mamoru Hosoda. È la frase che dà inizio a una vicenda irreale. La protagonista, una ragazza di liceo parecchio impacciata scopre che il tempo con lei può essere molto più docile: le è possibile tornare indietro nel tempo, per rimediare a vari errori.
Ripercorrere la linea retta che determina il passaggio degli anni è qualcosa che chiunque vorrebbe poter fare. Macchine del tempo, clessidre al contrario e strani incantesimi non mancano nella nostra immaginazione. Ma cosa intendiamo quando parliamo del tempo? Più che un concetto a sé stante è il metodo per definire un cambiamento, nel paesaggio, nelle persone, negli oggetti. Invecchiare, crescere, tutto è in divenire. Alla base di tutto, almeno per gli esseri viventi, l’orologio che scandisce tutto è quello molecolare, a livello subcellulare. Si tratta del meccanismo alla base della diversità e dell’evoluzione degli organismi: il DNA sviluppa, per varie ragioni, interne o esterne all’organismo, mutazioni a livello delle basi, che vengono via via accumulate. Più mutazioni ci sono, più sarà probabile la comparsa di nuove caratteristiche in un organismo o la modificazione di strutture fisiche già esistenti. Sono i passi basilari per dare origine a nuove specie e sviluppare nuovi adattamenti ai diversi ambienti. Verrebbe da pensare che il numero delle differenze osservabili sulla sequenza di basi si possa tradurre in scadenze precise.
C’è un rintocco regolare nella storia della vita? Teoricamente, sì. Per orologio molecolare si intende un tasso costante di variazione, in mutazioni su unità di tempo. Perché no, dopotutto? Qualche costante ci dovrà pur essere. Il concetto di tempo citato sopra ci dice però che non è possibile: il tempo e il cambiamento coincidono. Lo stesso numero di mutazioni può avvenire nel giro di un mese per una specie o di tre anni per un’altra. Dati privi di senso, descritti così. Il numero di generazioni stesso può determinare più o meno variazioni, dato che determina più ricombinazioni geniche fra gli individui che si accoppiano. Possono presentarsi cataclismi a diminuire drasticamente una specie, diminuendo la varietà genetica all’interno della stessa. Non esistono orologi molecolari fissi e cadenzati con le lancette che battono a tempo, ma relazioni ipotetiche.
Il tempo non è un concetto svincolato dagli altri, ma l’insieme dei fattori che porta le cose a cambiare. Pensiamo a tutte le volte che tirandola indovinare l’età di chi ci sta di fronte sbagliamo anche di dieci o quindici anni. Non è certo il tempo a rallentare o a tornare indietro per pochi eletti, come nel film citato prima. Però, a seconda degli agenti che influenzano la vita di un individuo, questo può invecchiare in modo più o meno graduale.
Laureata in Biologia all’Università di Padova, mi occupo di didattica ambientale al WWF. Attualmente studio per la magistrale.