MotoGp: un compromesso fra sport e sicurezza

«L’importante non è vincere ma partecipare. La cosa essenziale non è la vittoria ma la certezza di essersi battuti bene.» Questa è la citazione di Pierre de Coubertin che si trova appena si cerca la parola «Sport» su Wikipedia, stando a significare che lo sport dovrebbe essere un modo per divertirsi e stare assieme guardando i propri idoli vincere e lottare per arrivare primi.
Ma è ancora così?

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Forse no se si pensa agli incendi al circuito del Mugello, uno dei circuiti più belli d’Italia, se non del mondo, durante il Gran Premio d’Italia del Campionato del mondo MotoGp.
Uno degli incendi è divampato tra venerdì 20 e sabato 21 maggio a margine del tracciato, a causa di un manichino a cui è stato dato fuoco nella notte, il secondo, invece, è sorto nella zona riservata ai camper e ha causato la distruzione di alcune docce e bagni che erano stati costruiti quest’anno per aumentare i servizi presenti in circuito. Fortunatamente in entrambi i casi non vi è stato alcun ferito e non vi sono state conseguenze gravi.
Cosa è stato a causare gesti tanto incivili? La rivalità tra i tifosi del pilota Marc Marquez e quelli di Valentino Rossi, che non hanno dimenticato le ingiurie della fine dello scorso campionato, dove si era sospettato un aiuto da parte del pilota spagnolo al suo connazionale Jorge Lorenzo, per far sì che quest’ultimo vincesse il titolo al posto dell’italiano.
Infatti la tensione dopo la fine dello scorso anno si era già presentata sin dalla prima gara in Qatar con fischi e insulti da parte dei tifosi verso i due spagnoli, e questi comportamenti avevano già preoccupato Dorna, società spagnola che gestisce il motomondiale, che aveva affiancato, infatti, anche due bodyguards e due vigilanti specializzati a Marquez e Lorenzo per poter prevenire qualsiasi tipo di violenza.
La situazione non si è fermata con gli incendi, ma ha avuto seguito con striscioni offensivi, che Dorna si è apprestata a togliere nell’immediato, ed è perpetrata, dopo la gara, con fischi e lanci di pomodori sotto al palco di premiazione.
Questi comportamenti hanno preoccupato talmente tanto gli organizzatori del motomondiale che potrebbe essere vietata la tradizionale invasione di pista al Mugello. Questa decisione, certamente renderebbe più sicura la gara, ma rovinerebbe quell’atmosfera storica e particolare che anno dopo anno si respirava nelle tappe italiane del motomondiale.
Tali avvenimenti sembrano essere veramente paradossali e portano con se un senso di amaro e delusione per uno sport che sembra essersi incattivito alla stregua della rivalità tra bande, ma del resto forse aveva ragione George Orwell nel dire che «lo sport serio non ha nulla a che fare col fair play. È colmo di odio, gelosie, millanterie, indifferenza per ogni regola e piacere sadico nel vedere la violenza: in altre parole, è la guerra senza le sparatorie».