Come ci stiamo americanizzando: lo stato sociale in pezzi
L’Italia e gli italiani si stanno americanizzando. Qualcuno dirà che si è scoperta l’acqua calda. Il punto è che fino a poco tempo fa l’americanizzazione ci toccava in quanto telespettatori e consumatori. Oggi ci tocca ad un livello culturale e sociale più profondo. C’è un americanizzazione di sistema che concerne anche la figura dello Stato che sta perdendo ogni impronta di sociale. Lo si può vedere nel concreto nei settori pubblici per eccellenza: la scuola e la sanità.
In tutti i giornali e Tg si è parlato dei recenti episodi di bullismo nelle scuole nelle quali le vittime erano non timidi adolescenti ma professori. Le scuole pubbliche erano un’eccellenza italiana e ora sempre più stanno diventando dei luoghi in cui parcheggiare la prole di genitori sempre più incapaci di educare i propri figli. I continui tagli al sistema scolastico (classi pollaio, taglio dei fondi, precarizzazione e mobilità dei nuovi docenti) e il totale disinteresse ad ogni aspetto educativo stanno facendo il resto. Sembra di rivivere una serie tv hollywoodiana ambientata in una scuola pubblica americana che là sono quelle in cui vanno i poveri. I figli dei ricchi vanno, invece, in quelle private, le cui le rette sono salatissime: di fatto, un apartheid. Di contro, oggi in Italia è abbastanza comune vedere un benestante e un povero nella stessa classe e anche che questi siano amici. Se la scuola in Italia continuerà a peggiorare si prefigurerà, invece, lo stesso destino. Perfino la cara e tradizionale figura della bidella (in burocratese, collaboratrice scolastica) viene sostituita appaltando la pulizia dei locali scolastici a ditte esterne, quasi sempre cooperative note per il grande rispetto dei diritti e il salario dei lavoratori.
Il servizio sanitario nazionale è certamente ancora in mano allo Stato come lo è da sempre, ma di fatto l’erogazione dei suoi servizi in parte si sta privatizzando da sé senza bisogno di privatizzazioni. I continui tagli alla sanità, la chiusura dei Pronto Soccorso, l’aumento dei ticket, i continui disservizi dovuti a liste di attesa infinite esasperano la gente e chi può permetterselo preferisce affidarsi a cliniche private mentre chi, al contrario, non può, cioè 12 milioni di italiani nel 2017 (un milione e 200 mila in più rispetto al 2016), rinuncia a curarsi. Quanto tempo dovrà passare prima di fare la fine dell’America, dove se non hai una carta di credito o un’assicurazione ti lasciano morire per strada?
La cosa più tragica è che noi cittadini stiamo accettando tutto questo come se fosse normale. Forse arriverà anche per noi il giorno in cui penseremo che se uno è povero è colpa sua. D’altronde se esisteranno scuole per ricchi e scuole per poveri, non potrà esserci nessuna socializzazione tra loro. Sarà difficile per i primi comprendere i secondi. Sarà l’americanizzazione completa.
Nato nel 1993, felicemente piemontese. Dopo gli studi di ragioneria, mi sono addentrato in quelli di Lettere, conseguendo la laurea triennale. A breve, arriverà anche il titolo magistrale.