Come ho imparato a non credere nei pesci d’aprile
Quando avevo undici anni il vicepreside della mia scuola media disse che aveva contato bene i giorni di scuola nell’allora anno scolastico e che non arrivavano a duecento.
Come risolvere il problema? Semplice, la scuola, una domenica sì e una no, sarebbe rimasta aperta con regolari lezioni.
Tutti gli studenti piansero e si rivoltarono, quando arrivò la comunicazione scritta. Da quel giorno non credo più nei pesci d’aprile.
Impegnata tra libri e scacchi, in movimento tra Padova e Torino, sempre con una forte dose di sarcasmo.