Le contraddizioni dell’elettorato: fra Orban e Reddito di Cittadinanza
In politica, si sa, la coerenza non va molto di moda. No, non solo quella dei politicanti, spesso i più incoerenti sono proprio gli elettori o tifosi. Un caso recentissimo è quello della votazione al parlamento europeo contro Orban in cui si doveva decidere se sanzionare o meno l’Ungheria che, contravvenendo alle regole europee non ha accettato la sua quota di migranti. Bene, la Lega di Salvini, che da sempre si è contraddistinta per le sue giravolte sul tema, dicendo ora che non si doveva far entrare nessuno ora che si dovevano redistribuire i migranti sul suolo Europeo, ha votato contro il sanzionamento dell’Ungheria, incoerentemente agli interessi dell’Italia e degli Italiani e alla linea che, seppur con i suoi cambi di toni, ha sempre detto di voler portare avanti.
Gli elettori di Salvini come hanno reagito?
Tutti concordi, ovviamente, con la linea del loro «Capitano», l’idea generale è che Orban sia un esempio da seguire per l’Italia in futuro, ma le azioni del Primo Ministro Ungherese hanno contribuito alla solitaria gestione dell’immigrazione in Italia e quindi dovrebbe essere un nemico da sanzionare per chi vuole un paese più controllato da questo punto di vista.
Negli stessi giorni sulle barricate semi-distrutte dell’opposizione del PD, sta avvenendo una contrapposizione se vogliamo ancora più forte, in tema Reddito di Cittadinanza o Universale o come propagandisticamente lo si vuol chiamare, per abbreviare li chiameremo R.C e R.U.Il Movimento 5 Stelle, infatti, propone da sempre come cavallo di Troia contro povertà e disoccupazione il R.C, che in breve è una misura che si impone di dare 780 € a chi secondo l’ISTAT è sotto la soglia di povertà relativa, ovvero la soglia di dignità per vivere bene. Oltre a ciò è previsto un potenziamento dei centri dell’impiego, 8 ore formative di lavoro gratuito al comune, la formazione per una professione che richiede il mercato e dimostrare di essere alla ricerca attiva di un impiego. Il tutto è corredato da un reato ad hoc per chi mente pur di ottenere il sussidio che prevede fino a 6 anni di carcere.
La proposta è sempre stata osteggiata e sbeffeggiata dai vertici e dagli elettori del PD che, ascoltando i loro paladini, hanno creduto ad una serie innumerevole di fake news. Uno dei maggiori produttori di balle in merito è Matteo Renzi «Il lavoro è l’argomento fondamentale italiano e invece purtroppo si continua a discutere del R.C., che vuol dire dare i soldi alla gente perché non lavori» e ancora «Dare uno stipendio per stare a casa e non far nulla è il R.C.».
Non riporteremo tutte le bufale di Matteo Renzi e delle ora opposizioni su questo tema, basti sapere che sono a centinaia e tutte di questo tenore.
Ora che Macron dice di voler introdurre il «R.U.» proposta quasi identica al «R.C.», il PD si schiera a suo favore dicendo che il provvedimento del leader Francese è in linea con le loro politiche e non con quelle del m5s «Sono contento che Macron abbia deciso di seguire la linea che il Movimento 5 Stelle», ha detto Luigi Di Maio. A lui ha risposto il Pd con il senatore Edoardo Patriarca: «Sta copiando il nostro Rei, non certo il R.C. che nessuno sa cosa è e nemmeno come sarà finanziato.»
Gli elettori del Partito Democratico come avranno affrontato la questione? Comparando le due proposte e facendosi un’idea propria? Ovviamente no!
I più ottimisti dicono che in Italia una cosa del genere non si può fare perché siamo corrotti nel DNA, «abbiamo una specie di malattia genetica» e i più disinformati pensano che le due proposte R.C. e R.U. siano molto diverse, che Macron sia uno statista e che il m5s faccia solo propaganda da anni. Il tutto naturalmente senza conoscere i dettagli delle proposte, ma basandosi sul puro e fumoso nulla cosmico che i loro leader gli propinano.
Insomma, gli elettorati,di fronte alle contraddizioni, si comportano tutti allo stesso modo: benché qualcuno si faccia paladino dell’assoluta verità, sempre di tifo si tratta.
Sono Emanuele, classe ’95, studente di Filosofia, appassionato lettore sia di libri che di articoli di giornale trattanti attualità e politica.