Il corpo non è volgare. Insulti alla nostra Elena

LA STORIA

Volevo dirvi una cosa. Il 13 agosto Elena Ventura, nostra collaboratrice, ha pubblicato una foto su Facebook, in costume, mostrando il suo didietro ancora un troppo magro – cosa che nella didascalia ha sottolineato lei stessa – ma niente in confronto a quand’era in fondo al tunnel dell’anoressia. I commenti che sono derivati da questa (secondo molti) scandalosa e volgare foto sono di vario genere. Alcuni la ammoniscono, ricordandole che ha una responsabilità nei confronti delle ragazzine che seguono il suo modello, altri si buttano direttamente sul becero sessismo, che francamente manca anche di fantasia. Ma c’è un fatto. lei ha deciso di combattere i suoi mostri alla luce del sole, accettandone le conseguenze. Quanti di voi lo stanno facendo?

Sara Collalti

La foto «incriminata» della nostra Elena Ventura
La foto «incriminata» della nostra Elena Ventura


È davvero vergognoso e oltremodo sconfortante leggere commenti offensivi e personali rivolti a una mia collega, riguardanti la sua libertà di condividere ciò che ritiene giusto sui social network. Cosa esattamente abbia scatenato questa rabbia e questo astio nelle menti dei baldanzosi commentatori ci è tuttora sconosciuto, ma l’idea generale che la sottoscritta si è fatta a riguardo, pur dal basso della mia conoscenza, è che l’odio e il disprezzo che sono palpabili in quelle parole sia causato dalla mera ignoranza.
Tanto per essere specifica, non andrò affatto ad abbassarmi a un livello tale da offendere, niente affatto: «ignorante» è, appunto, chi ignora qualcosa. Chi ignora (e perciò non conosce) un fatto, una persona, una storia e non sceglie affatto di conoscere, bensì di brancolare nel buio della non-conoscenza, si appiglia all’odio come supporto nel tentativo di far sentire la propria voce, per non rimanere indietro ed emergere dal mucchio con un’uscita che, a parere di tal individuo, dovrebbe essere brillante ed oltremodo coraggiosa. Si dimenticano che il coraggio ce l’ha chi decide di capire, chi comprende ciò che non sa prima di intraprendere un percorso di critica.
E la critica, in quanto tale e differente dall’offesa, è fondata sul rispetto.
Ci aspettiamo che voi, lettori della Voce, decidiate di non appartenere ed essere inghiottiti dalle fauci dell’ignoranza, così apparentemente comoda e che ci mantiene caldamente nella nostra zona di comfort, ma che abbiate il coraggio di capire, per poi adottare un atteggiamento non dettato né dalla rabbia né dal disprezzo, bensì guidato dallo spirito critico che personalmente mi auguro ognuno di voi abbia.

Emanuela Baggio