Corruzione a Venezia: mazzette e favori ai funzionari dell’erario
Dopo lo scandalo Mose, Venezia torna sotto la lente della giustizia. Gli inquirenti del nucleo di polizia tributaria del capoluogo veneto sono approdati a questo nuovo filone dell’inchiesta dopo aver notato che in certe intercettazioni riguardanti il Mose si parlava tanto della nomina di dirigenti dell’Agenzia delle Entrate.
A Venezia, in questa storia, si aggiunge Verona come scenario a pagamenti a pubblici ufficiali, promesse di assunzioni e regali costosi; il fine di tutta questa generosità sarebbe stato uno sconto nelle sanzioni pecuniarie derivanti da evasioni fiscali. Per questo, il gip – su richiesta del pm Stefano Ancilotto – ha ordinato 16 misure cautelari, di cui due ai domiciliari: parliamo di dipendenti dell’amministrazione finanziaria, alcuni professionisti del settore e diversi imprenditori. Fra gli arrestati troviamo Christian David, responsabile delle verifiche dell’Agenzia delle Entrate, il direttore provinciale Pesaro-Urbino (già in servizio a Venezia) Elio Borrelli, due ufficiali della guardia di finanza (Vincenzo Corrado e Massimo Nicchinello) e un giudice tributario della Commissione regionale, Cesare Rindone. Fra i professionisti arrestati figurano due commercialisti. Mentre tra gli imprenditori ci sono Paolo Maria Baggio, Aldo Bison, Fabio Bison e Lara Bison (ai domiciliari), Giuseppe Milone, Pietro Schneider, Paolo Tagnin, Albino Zatachetto. Le aziende coinvolte sono il gruppo edile Bison di Jesolo, Cattolica assicurazioni (di cui Milone è direttore amministrativo e Zatachetto ex dirigente), il prosciuttificio friulano Schneider e la società Baggio di Marghera.
440mila euro sono la cifra sequestrata dai finanzieri, che indagano su 4 filoni dell’inchiesta: 1. presunte tangenti di 140mila euro da parte di un imprenditore di Jesolo dirette a un dirigente dell’Agenzia delle Entrate (e al suo successore, dopo il trasferimento di questo) per uno sconto dell’80% sulle imposte da pagare (da 41 a 8 milioni). I due dipendenti dell’erario avrebbero ricevuto anche 50mila euro da un commercialista di Chioggia per «accomodare» un accertamento tributario; 2. Cattolica assicurazioni avrebbe pagato 20mila euro per una riduzione di 6 milioni sugli 8,8 che doveva pagare all’erario, e avrebbe coinvolto il giudice tributario, un finanziere e un funzionario dell’Agenzia delle Entrate; 3. una commercialista trevigiana avrebbe corrotto un finanziere e un funzionario dell’Agenzia per conto di una società immobiliare e una ditta veneziana di trasporti; 4. l’imprenditore della Schneider avrebbe assunto il figlio di un finanziere in cambio di una verifica fiscale (risalente al 2015-2016) superficiale.
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