Cristiano De Andrè ci regala un nuovo album
“Un passaggio di testimone”, così Cristiano De André ha sempre presentato la serie di album che riproponevano l’eredità artistica e poetica di suo padre. Il 6 Ottobre è uscito «De André canta De Andrè vol.3», dopo i primi due del 2009 e 2010.
Cristiano porta sulle spalle un cognome pesante, un cognome che lo ha oscurato per parecchio tempo e che per molti (troppi) critici ha sollecitato un confronto. Il paragone con Faber non deve esistere, prima di tutto perché Faber non è paragonabile a nessuno e in seconda istanza perché Cristiano è un’altra cosa. Cristiano è un polistrumentista di altissimo livello, ha studiato al Paganini di Genova e si è diplomato al conservatorio in violino. Dal vivo, lascia esterrefatti per la semplicità con la quale passa dalla chitarra acustica, al violino, al bouzouki e poi al pianoforte. Cristiano con il tempo si è scrollato di dosso certi fantasmi, soprattutto inerenti al suo cognome, e oggi si può affermare che è un cantautore e musicista con una personalità tutta sua.Con il nuovo album De André canta De André vol.3 sono riproposte e reinterpretate canzoni del repertorio di Fabrizio. Canzoni riarrangiate secondo lo stile musicale di Cristiano, una versione della musica più world, con contaminazioni di strumenti che provengono da ogni parte del mondo. Come ha detto nella conferenza stampa di presentazione questo è un disco più politico, da qui la scelta delle canzoni. È un disco contro la guerra come testimoniato da Sinan capudan Pascià, La guerra di Piero, Fiume Sand Creek, Il Bombarolo e Canzone del Maggio.
La guerra di Piero, arrangiata insieme a Osvaldo Di Dio, perde l’originale ritmica della ballata e porta all’interno una chitarra molto tenera, un po’ da radiohead, e qualche tastiera. Durante il live, si crea un’atmosfera rara, surreale, un’immersione all’interno della voce calda di Cristiano che trascina dolcemente lo spettatore all’interno della storia. In questa versione più lenta, ogni parola riecheggia e ritrova la sua profondità.All’interno de «Il bombarolo», Cristiano introduce, tra gli altri strumenti, un bellissimo violino che dà al componimento una melodia in perfetta sintonia con il testo. Per non parlare poi della versione più rock di Coda di lupo e di Volta la carta.
Cristiano De André ci delizia, ancora una volta, con il suo carattere e la sua musica. Ci porta all’interno delle poesie di Fabrizio con uno stile diverso ma, non per questo, meno importante. Un nuovo disco da ascoltare tutto d’un fiato.
Emiliano, nato nel 1993, con un occhio di riguardo per gli ultimi di questo mondo e la musica di Fabrizio De André nel cuore.