Padova: Giordani unisce la sinistra e l’ex di Alleanza Nazionale
La politica è l’arte del compromesso, lo sappiamo tutti e abbiamo ben impressi nella memoria voltafaccia a volte naturali altre volte clamorosi. Poteva Padova essere un’isola felice, l’unica eccezione nell’arcipelago dell’incoerenza? Ovviamente no, figuriamoci. In attesa del ballottaggio del 25 giugno, informiamoci un po’ sulla lista «Area Civica», che ha sostenuto il candidato (appoggiato anche dal Pd) Sergio Giordani.
«Siamo la lista più bella di tutte», ha dichiarato il candidato consigliere Antonio Foresta, che tre anni fa – come capogruppo della civica «Rifare Padova» – al ballottaggio aveva appoggiato Massimo Bitonci insieme alla coalizione di cui faceva parte per l’elezione di Maurizio Saia sindaco. Ed è proprio lui ad aver benedetto «Area Civica» in cui è candidato anche il fratello: lo scopo è «cercare di riparare l’errore che ho fatto tre anni fa», ossia fidarsi di Bitonci. Nella lista troviamo anche Alessandra Brunetti, assessore al Sociale nella passata giunta leghista (candidata con la lista «Bitonci sindaco») e poi cacciata dal sindaco.
Il punto però riguarda Maurizio Saia, assessore alla Sicurezza nell’ultima amministrazione: il suo rapporto con Massimo Bitonci è finito poco prima che quest’ultimo fosse sfiduciato davanti al notaio nel novembre scorso. Casus belli le incomprensioni fra Saia e il comandante della polizia locale Antonio Paolocci, anch’egli uomo del sindaco leghista. Ma l’ex assessore può aver ovviamente cambiato idea e aver preso le distanze da Bitonci. Il punto è un altro: come vi avevamo già raccontato, Saia è attivo in politica dal 1972 fra le file del Fronte della Gioventù; due anni dopo, a 16 anni, viene nominato fiduciario del Fronte all’Istituto Vescovile «Barbarigo», di cui è studente. Aderisce all’Msi fino a quando il partito di Almirante non viene sciolto nel 1994, e allora passa ad Alleanza Nazionale di Gianfranco Fini, il quale lo definirà «un imbecille». Dopo aver cercato invano di entrare in parlamento, nel 1999 diventa assessore a Padova nella giunta Destro (Forza Italia e Alleanza Nazionale) con le deleghe a sicurezza e polizia locale, commercio, tributi, problematiche del lavoro. Sempre tra le fila di An nel 2001 diventa deputato, nel 2006 e nel 2008 viene eletto senatore.
Il paradosso è servito: come può Sergio Giordani unire la sinistra e Maurizio Saia, seppur quest’ultimo non si candidi in prima persona? Come può la compagine di Arturo Lorenzoni, ora alleata di Giordani al ballottaggio, avere qualcosa a che fare con chi ha definito Rosy Bindi «una lesbica» che «non può guidare il ministero della famiglia» (copyright Saia, 2006)?
La grande coalizione che sostiene Sergio Giordani è così eterogenea da portare a un interrogativo: quali idee prevarranno? L’ex presidente del Calcio Padova è appoggiato, più o meno direttamente, da persone così diverse politicamente e umanamente che è inevitabile che le aspettative di qualcuno saranno deluse.
Giornalista professionista e fotografo. Ho pubblicato vari libri tra storia, inchiesta giornalistica e fotografia