Renzi ricordati di Dante Alighieri
Riportiamo la lettera aperta
di un nostro lettore a Matteo Renzi
Gentile Direttore,
Ho letto, su Facebook, la lettera che il Presidente del Consiglio e Segretario del Pd Matteo Renzi ha inviato, il 5 agosto corrente, a tutti i parlamentari che sorreggono il suo esecutivo, come viatico per le prossime «meritate vacanze».
In tale missiva, con toni autoreferenziali e trionfalistici, intrisi di debordante sicumera, il Capo del Governo assume, tra l’altro, quanto segue «Se vi voltate un attimo indietro e provate a ripercorrere il cammino di quest’anno resterete stupiti pensando alle cose che abbiamo portato a casa. Lo dico senza giri di parole: avete fatto un lavoro straordinario ed è giusto rendervi merito. Mai il Parlamento italiano in 70 anni di storia aveva lavorato così tanto e così intensamente. E nessun Paese europeo ha mai fatto – tutte insieme – così tante riforme. Provate per un istante, per un solo istante a metterle in fila» Seguono, poi , con dovizia di particolari tutti i provvedimenti legislativi adottati.
Dalla lettura della missiva, mi è parso di capire che il Paese si stia trasformando in una specie di Bengodi e che la maggior parte degli italiani non se ne accorga , mentre continua la fuga dei «cervelli» all’estero; avanza imperterrita l’evasione fiscale miliardaria; il lavoro precario è divenuta la tipologia occupazionale prevalente; i lavoratori più esposti ai rischi e meno tutelati continuano a morire nelle campagne e nei cantieri per motivi ben noti; i pensionati meno fortunati (a milioni) sbarcano come possono il lunario per sopravvivere con pensioni da vera fame, mentre gli uscieri parlamentari percepiscono emolumenti che si aggirano su somme che vanno anche oltre i diecimila euro mensili (sic!); dei giovani, spesso incensati e strumentalizzati dalla casta per mero calcolo politico-elettorale, in realtà nessuno si preoccupa, lasciandoli così sprofondare in quella sorta di torpore che scaturisce dall’assoluta assenza di prospettive nel futuro.
Che dire poi del dissesto idrogeologico e dei siti clandestini di stoccaggio di sostanze e materiali tossici e cancerogeni (le famigerate «terre dei fuochi»), che interessano ormai buona parte del territorio nazionale e che diventano sempre più devastanti, micidiali e proprio per questo desolanti e angoscianti?
Ebbene, in presenza di una situazione così obiettivamente sconcertante e drammatica, abbiamo come contraltare una classe politica che, preoccupata solo di salvaguardare cadreghino e potere, continua a sguazzare tra deleteri , ingiustificati e rivoltanti privilegi, che vanno a coniugarsi con le consuete e collaudate manovre di sottobosco, nelle quali la corruttela giganteggia con protervia e continuità sistemiche.
Avvilenti e antitetici al buon senso, inoltre, avanzano taluni progetti legislativi, ormai leggi (ad esempio quelli della legge elettorale e del super preside!) che di sinistra non hanno alcunché, ma di sicuro in nuce contengono i presupposti per condurre il livello di credibilità del sistema Italia ad un punto di non ritorno.
Signor Presidente del Consiglio, il nostro è un Paese sfortunato e a tanta sfortuna è giunto perché in rarissimi casi ha avuto politici degni di essere considerati statisti di rango che, non volendo perseguire obiettivi di piccolo cabotaggio in termini di convenienza elettoralistica, sono stati giubilati, o meglio, costretti a indietreggiare per non venir meno ai principi della trasparenza, correttezza e incorruttibilità.
A proposito di tale ultima considerazione mi permetto di ricordarle che, circa sette secoli addietro, il suo concittadino Dante Alighieri fu costretto a prendere la via dell’esilio per non aver voluto piegarsi a certe dinamiche politiche basate su compromessi o imposizioni inaccettabili. Non mi permetto, io quivis de populo, di chiederle di rinunciare alle leve del potere, quantunque ciò sarebbe auspicabile, se non altro per essere coerente con se stesso e con quanto da lei ripetutamente affermato circa la rottamazione del vecchio modo di fare politica, prima di accedere allo scranno più alto dell’Esecutivo. Tuttavia, quando le sarà possibile, si rilegga ciò che il suo illustre concittadino ha scritto nel De Monarchia a proposito del valore sostanziale ed etico delle leggi: «Lex est realis et personalis, hominis ad hominen proportio, quae servata servat, corrupta corrumpit societatem». Non le viene il dubbio che diverse leggi, di cui oggi sono indefessi e solerti produttori anche molti dei suoi sodali parlamentari e governativi, siano prodromiche a strumentalizzazioni di comodo e a comportamenti corruttivi da parte dei voraci maneggioni del sottobosco politico, centrale e periferico?
Ricordo che, prima del suo avvento al «soglio di Palazzo Ghigi», tra le tante priorità da lei spesso enucleate ed enunciate come un mantra, erano i problemi derivanti da immobilismo governativo e dalla sgangheratezza, anche sotto il profilo sociale, oltre che giuridico e costituzione, di leggi (quali, ad esempio, il falso in bilancio e il porcellum) appartenenti al periodo berlusconiano.
Alla luce di quanto precede, in milioni di Italiani, me compreso, si è fatta strada la convinzione che lei ha fatto rientrare dalla finestra l’innaturale e, alla prova dei fatti, tragico patto del Nazareno, cacciato dalla porta in occasione dell’elezione del Presidente della Repubblica e poi subito fatto rientrare dalla finestra. E tutto ciò con una stupefacente capacità proteiforme che le rende agevole pescare consensi a sinistra, al centro e a destra. In proposito, mi viene in mente che il Carducci – che in quanto a fregolismo se ne intendeva! – sosteneva che il trasformismo politico consisteva nel «trasformarsi da sinistri a destri senza, però, diventare destri e non rimanendo sinistri». Insomma la politica come generatrice di ircocervi, quale quello che lei si è inventato ponendo il cappello del PD in testa al berlusconismo!
Concludendo, a voler tirare le somme, la tanto strombazzata rottamazione della vecchia Italia non è mai iniziata. Al posto della rottamazione è, nei fatti, subentrata la palese restaurazione del vecchio imbellettato con il cerone della democrazia. Democrazia che nella sostanza proprio il suo PD sta trasformando in un contenitore pieno di niente. E questa è una grande iattura.
Signor Presidente del Consiglio, il cadreghino e il potere sono brutte bestie che, a lungo andare,rendono preminenti le ragioni delle convenienze di pochi rispetto alle esigenze e interessi di tutte le realtà sociali , in tal modo usurando ulteriormente l’assetto e la credibilità del nostro Paese. Ahinoi, dove andremo a finire? Spero ardentemente che la pubblica coscienza non si addormenti.
Raffaele Ciaraffa
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La pubblica coscienza dorme da decenni e non sogna, quindi è morta! Prepari presto un epitaffio.
Credo che vi stia già provvedendo la casta medesima, peraltro con solerzia e diligenza.