Datemi l’accredito stampa per il prossimo Sanremo e nessuno si farà male


Il 2022 per me è stato l’anno in cui ho ricominciato a seguire il Festival
. Questo nonostante il fatto che quando vedo Amadeus alla Tv tendenzialmente cambio canale. E sono tornata a interessarmene per dei motivi molto semplici, terra terra, ma sufficienti per meritare l’accredito stampa per Sanremo 2023.

Quello principale è il lavoro, la forza che muove il mondo insieme ai soldi. La testata per cui scrivo si occupa principalmente di Grande Fratello VIP (qualcuno deve pur parlarne), ma la settimana scorsa abbiamo ripiegato sul Festival. Quindi ho dovuto farmi una cultura sulle canzoni. Ho passato al setaccio tutti i testi, per scoprire che la parola più usata nei testi quest’anno era chimica. Ma solo nel brano dal titolo Chimica, dove è ripetuta per ben 48 volte. Soprattutto mi sono fatta una cultura su Sabrina Ferilli, vita, morte, miracoli. Ho finito con l’aprire la bozza dell’articolo a mezzanotte per correggere un errore ed evitare la gentile sfuriata dei capi il lunedì mattina. Che infatti ho evitato.

Accredito stampa per Sanremo
Alcune delle 48 volte. Casomai qualcuno non avesse ancora capito di cos’è questione.

Perché bramo l’accredito

Marco, uno dei miei datori di lavoro, è riuscito a ottenere l’accredito stampa per Sanremo, così ho scoperto di volerlo anche io. Voglio andare al Festival in qualità di giornalista.

Ovvero stare dietro alle quinte, avere più peso nelle votazioni senza spendere i classici 51 centesimi per dire una cosa ovvia: che Gianni Morandi è sempre il migliore, anche quando canta associando le banane e i lamponi a una gelosia insensata. L’unica cosa che desidero di più dell’accredito è una telefonata di ringraziamenti da parte della Ferilli, in cui mi dice che siamo migliori amiche per sempre, eccetera.

L’accredito sarebbe il miglior modo di contribuire all’evento musicale dell’anno. Anche perché se mi vedono mi sbattono sul palco a fare un monologo retorico sulla disabilità, che attirerebbe facili like sui social. Non che tutti i monologhi sanremesi siano così, ma a volte sono eccessivamente lunghi e forzatamente strappalacrime, come il film di Colpa delle Stelle.
Ma il lavoro non bastava da solo a spingermi a vedere Sanremo, di cui comunque ho visto solo un po’ della prima puntata e un po’ dell’ultima. Ecco perché non vi dirò nulla sulla performance di Gianluca Grignani (non era ubriaco, smettetela di pensarlo).

Accredito stampa per Sanremo
Il ritorno di Grignani sul palco di Sanremo. fonte

Fantasanremo: tra Achille Lauro e delusione cocente

La mia attitudine nei confronti del Festival 2022 cambia quando Chiara, l’altra mia datrice di lavoro, mi affida un pezzo sul Fantasanremo. Guardo cos’è e di primo acchito penso: «Ma che gran una gran cavolata!». Ma due minuti dopo ho pensato che fosse un buon rimedio per smaltire il mancato accredito stampa per questo Sanremo e mi sono messa a comporre la mia formazione di cantanti. A capo, non ve lo devo manco dire, il grande Gianni. Volevo mettere in formazione anche Elisa, cosa che si sarebbe rivelata vincente, ma ci ho rinunciato. Ci ho rinunciato solo per prendere il costosissimo e quotatissimo Achille Lauro. Solo chi ha giocato sa la delusione che questo comporta.

Certo non sfigurava in formazione, ma la sua canzone era oggettivamente brutta. Certo ha fatto molti punti, comunque, ma l’investimento non è stato ripagato. Senza contare che il caro Lauro arrivava sul palco sempre scalzo, facendo perdere dieci punti a sera a chiunque l’avesse in squadra e lui lo sapeva bene.

32 baudi quasi buttati nel cesso. I baudi sono la fanta-moneta. Ogni giocatore ne ha 100 all’inizio, che deve spendere per comprare cinque cantanti. E no, non mi è servito a niente indovinare le esatte prime tre posizioni del podio già a metà della terza sera (che non ho visto), perché questa illuminazione non aveva nessun valore per il Fantasanremo. Cari organizzatori del gioco, vi amo, ma cosa mi date da gestire 100 baudi, a me, che nel conto bancario ho 10 euro bucati e siamo solo al tre del mese.

Accredito stampa per Sanremo
«Tu da me, volevi solo baudi, baudi, come se, avessi avuto baudi» Semicit. di uno che ha vinto un paio di volte. Fonte

Considerazioni al netto dei baudi perduti

Altro che: «Al 21 del mese i nostri soldi erano già finiti», ma magari! Dareste mai a me 100 baudi? Su, per favore! È vero, il Fantasanremo ha fatto molto male al Festival, perché i cantanti facevano gli idioti per ottenere punti, ma è allo stesso tempo un gioco che avrebbe bisogno di uno sviluppatore molto bravo, il più geniale d’Italia e anche del mondo, perché è genuinamente divertente.

Tifavo Gianni con tutto il cuore (e pure Massimo Ranieri, anche se ormai lo devono datare col carbonio-14). Ma la sua canzone, scritta per lui da Jovanotti, non poteva vincere, troppo ambigua. Sembra allegrissima e il ritornello in effetti lo è, ma analizzando per bene il testo si scopre un rivela depresso andante. Racconta la forza dell’inerzia che ci corrode e contro cui combattiamo spesso invano.

«Ogni giorno provo a dire questo è un giorno nuovo» sono parole di un uomo che non ce la fa più. Ma fa niente, amo questo tipo di canzoni fintamente felici. Il testo è anche la forza dell’ultimo classificato, Tananai, che ha accettato con molta gioia una sconfitta che sconfitta non era, visto che l’ultimo posto è il posto per eccellenza dei geni incompresi dalla critica. Adesso tutta Italia canta: «Baby, torna da me e metti via quella pistola». Cioè, è innamorato di una psicopatica, con istinti omicidi. E la rivuole indietro, stonando alla grande. Un mito assoluto.