Il saggio: la democrazia come utopico progetto
Progetto democrazia
David Graeber
Il Saggiatore — 2014 — 19,50 euro
«Il 26 aprile 2012, una trentina di attivisti di Occupy Wall Street si sono radunati sui gradini della Federal Hall di New York, di fronte alla Borsa. Io ero con loro». Così inizia l’introduzione di questo bel sogno in forma di saggio di David Graeber. Il progetto che sta alla base di tutto è molto ambizioso, quasi surreale: è il «progetto democrazia». Surreale anche per l’Autore, un americano che ci rivela i punti deboli della più grande democrazia del mondo, gli Stati Uniti, che nascono da una Dichiarazione di indipendenza e da una Costituzione in cui non si dice da nessuna parte che il paese è una democrazia. Perché? Secondo l’Autore il motivo è semplice: i Padri Costituenti non amavano la democrazia, anzi lavorarono alacremente per evitarne i pericoli e costruire un sistema che difendesse il Sistema dalle anime più radicali della rivoluzione.
Occorre dire subito che il volume è dedicato soprattutto a cittadini di qualche paese occidentale che abbiano voglia di riflettere e di mettere in discussione gran parte dei luoghi comuni sui sistemi democratici di tutto il mondo civile. Il volume potrebbe anche definirsi un inno alla più moderna anarchia. Per l’Autore la libertà che un mondo democratico deve garantire è quella che ci permetterà di sedere ad un tavolo da adulti assennati e informati e gestire i nostri affari autonomamente. Questa libertà che nasce dalla maturità individuale, spaventa coloro che attualmente comandano più di qualsiasi altra cosa perché porterebbe a scoprire fatalmente la loro pericolosa inutilità.
Non stupisce che un libro così vivace, utopico e provocatorio sia nato da una generazione cresciuta nella paura del terrorismo e della crisi economica, e in un paese di cultura anglosassone. In qualche modo anche David Graeber e i suoi amici di O.W.S. hanno un debito di riconoscenza verso coloro che per primi hanno concepito duecento anni fa un progetto politico forse non democratico ma indubbiamente diverso dai precedenti.
C.R.
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