Deprivazione affettiva: conseguenze sociali del post quarantena
Quali sono state le conseguenze relazionali che lunga quarantena per la pandemia di Coronavirus ha lasciato in noi? Tenendo conto sempre di vivere in una società che facilita l’atomizzazione dell’individuo, possiamo cercare di comprendere se la situazione si è acuita o alleggerita, avendo in particolare un occhio di riguardo verso i più piccoli.
È normalissimo sentire una differenza tra prima e dopo la quarantena, essendo stati esposti a molto meno contatto umano di quanto solitamente eravamo abituati. Inoltre, le misure di distanziamento sociale hanno causato in molti di noi un timore, talvolta inconscio, verso il prossimo. Un timore dettato, anche dal costante bombardamento mediatico a cui siamo stati sottoposti a reti unificate, con la solita raccomandazione di restare a casa per non prendere o attaccare il virus. Qualsiasi attività anche legalmente consentita è stata fortemente sconsigliata dai media, cagionando di riflesso la paura e la psicosi generale.
Tutti questi sentimenti non hanno fatto altro che portare, soprattutto i soggetti più deboli, a chiudersi in sé stessi e a iniziare a registrare un certo malessere dovuto alla solitudine e alla mancanza di calore umano. Gli stessi soggetti che prima del lockdown avevano pochi contatti umani hanno visto un peggiorare delle loro condizioni affettive, per non citare coloro che hanno avuto un partner o un figlio lontano, vere famiglie spezzate per due mesi e mezzo. Una categoria che registra molta sofferenza in queste situazioni sono soprattutto i bambini che, essendo nell’età di sviluppo e dell’esplicazione della propria personalità, hanno bisogno di interagire con i propri coetanei. La perdita di quel rapporto quotidiano può generare molto scombussolamento. A volte queste problematiche possono non essere visibili nell’immediato, ma provocare ripercussioni nei rapporti futuri del bambino.
Bisogna comunque ricordare come tutti questi sentimenti nascevano da un pregresso malessere dovuto anche a una società che ci rende tutti un po’ soli, in cui i contatti umani molte volte sono fugaci e piuttosto ridotti. Il lockdown ha solamente fatto venire alla luce i problemi che affliggono questa società in cui la solitudine e la deprivazione affettiva sono il pane quotidiano di molti di noi. D’altronde quanti non hanno mai provato una forte sensazione di vuoto affettivo, di forte bisogno di un abbraccio, di una parola cara? Sono gesti e parole che in questa società, che non s’arresta mai, sono sempre più rari. Il rischio è quello di isolarsi e cadere nella depressione. Parte della soluzione sarebbe riuscire a circondarsi degli amici, dei parenti, di visi familiari che ci danno calore e sicurezza in modo da evitare che la solitudine e l’abbattimento prendano il sopravvento.