Di Maio tenta di prendere il Ministero degli Interni. Il Pd: «Piuttosto elezioni»
Caos all’interno del Pd per l’ultimatum di Di Maio, che ha avuto come prima conseguenza il rinvio del nuovo incontro a Palazzo Chigi. Non è soltanto la perentorietà della dichiarazione, già di per sé indigeribile – dicono al Nazareno – quanto le indiscrezioni lanciate ai giornali e agenzie allo scopo di condividere un atteggiamento bullesco che è del tutto fuori luogo.
Sì, ma al di là del fatto di sentirsi offesi, come valutano la mossa in sé i dirigenti Pd? Credono che in realtà Di Maio stia giocando una partita per sé, per paura di essere immolato in un accordo in cui da un lato si accetta Conte, e dall’altro contestualmente si confina lo stesso Di Maio al solo ministero del lavoro o simile, senza più essere vicepremier.
Invece Di Maio vorrebbe mantenere la carica e per di più accaparrarsi – dicono al Pd – la poltrona che tanto ha avvantaggiato il suo ex alleato Salvini: il ministero dell’interno. Ma questo sia Zingaretti che i Renziani non hanno nessuna intenzione di concederglielo. Piuttosto niente governo, dicono. E non è detto che Di Maio, concludono al Nazareno, alla fine non cerchi proprio questo.
Una nuova nota del M5S, pochi minuti dopo, complica ulteriormente la crisi. Un vero e proprio ultimatum difficile da digerire per per le varie aree del Pd.
Leggiamo: «In una fase così delicata per il Paese non c’è tempo da perdere. Noi stiamo lavorando intensamente per dare risposte immediate ai cittadini. E dobbiamo sbrigarci perché il tempo stringe Nel Partito Democratico, però, hanno ancora le idee confuse. Predicano discontinuità, ma parlano solo di incarichi e di ministeri, non si è parlato né di temi né di legge di bilancio. Così non va proprio bene.
Ieri dopo quattro ore di incontro non si è arrivati a nulla. Così non si può lavorare. O si cambia atteggiamento o è difficile. Rivedremo il Pd quando nei loro organi di partito avranno dato l’ok all’incarico a Conte.
Nessun altro incontro fino a quando non avranno chiarito ufficialmente la loro posizione su Giuseppe Conte. Se si vuole il voto lo si dica apertamente. Il M5S è la prima forza politica in Parlamento, lo ricordiamo a tutti».
Sono Emanuele, classe ’95, studente di Filosofia, appassionato lettore sia di libri che di articoli di giornale trattanti attualità e politica.