Dieselgate: Volkswagen patteggia per 14,7 miliardi
Solo pochi giorni fa si è aggiunta una nuova pagina allo scandalo che ha sconvolto il mercato automobilistico nel settembre del 2015, quando si è scoperto che la Volkswagen aveva progettato un software per ingannare i test sulle emissioni. È stato infatti approvato l’accordo, stilato dalla stessa casa tedesca, che prevede il pagamento, da parte di quest’ultima, di 14,7 miliardi di dollari per chiudere il contenzioso con l’agenzia federale statunitense per la protezione ambientale (Epa).
Circa 10 miliardi serviranno a ricomprare, o ad aggiornare, le auto interessate, oltre che a riconoscere un danno compreso tra i 5000 e i 10000 dollari ad ogni cliente, 2,7 andranno in un fondo per compensare gli effetti dell’inquinamento e i restanti dovranno essere impiegati nei prossimi 10 anni in una campagna atta a promuovere l’uso di veicoli a zero emissioni negli Usa. Si tratta del terzo patteggiamento societario più costoso nella storia americana, il primo se si guarda al solo comparto automobilistico.
Il giudice che lo ha approvato, Charles Breyer, ha affermato che «dato il rischio di un prolungarsi del contenzioso, il patteggiamento immediato su questa materia è di gran lunga preferibile». E ha proseguito: «La priorità era togliere le auto dalla strada il prima possibile», respingendo le critiche di circa 400 proprietari, che considerano le indennità previste troppo modeste. Nel complesso saranno interessate circa 475mila vetture, tutte con motori diesel da due litri, mentre per le altre motorizzazioni si dovranno aspettare ulteriori incontri. Inoltre, la Volkswagen, che ha già speso circa 2 miliardi in altri indennizzi vari e che ne ha accantonati quasi 20 per gestire tutto lo scandalo, dovrà comunque risolvere la sua posizione penale col Dipartimento di Giustizia americano.
Dopo tale accordo, si è subito fatta sentire anche l’Unione Europea, dove circola la maggior parte dei veicoli coinvolti nel Dieselgate. Vera Jourova, commissaria ai consumatori, ha scritto al gruppo tedesco per richiedere più attenzioni anche per il nostro continente, per il quale la casa di Wolfsburg aveva delineato interventi più limitati. Conti alla mano, però, un trattamento simile a quello americano potrebbe non essere possibile.