Dieci canzoni sulla guerra che forse non conosci

Febbraio sta finendo in una di quelle giornate invernali grigie, che si trascinano a fatica fino a sera.
In cui fa freddo, ma non quanto dovrebbe. Se almeno piovesse, bagnasse un pò i campi. Invece è «tut sec!», come direbbero i vecchietti al bar del paese. Da tre mesi che non cade una goccia, ma questa è un altra storia. Il COVID ogni tanto batte un colpo e ci fa ricordare che è ancora li, un po’ come le prime dieci canzoni della propria playlist preferita quando passano in radio.


Mi arriva un messaggio da Marco Ferreri, uno di quelli che ricordi, perché rompono la quotidianità. Mi domanda di entrare nel team della Voce per occuparmi di musica. Non scrivo da anni, ma mi faccio prendere dal mio inguaribile entusiasmo e accetto.

Giungere a un’idea

Accettare una proposta è sempre facile, portarla a termine è un altra storia. I giorni passano dieci canzoni alla volta, ma non emerge alcuna idea. Un articolo sulla scena post punk italiana? Ma no, troppo di nicchia. Un intervista a qualche artista emergente locale? Sarebbe figo, ma dove li trovo? Di bravi artisti poco conosciuti è pieno il mondo, ma ci vuole tempo per scovarli. Così passano i giorni, fino al 24 febbraio, quando succede l’inimmaginabile per la mia generazione e le due precedenti, che hanno vissuto la guerra soltanto dai racconti dei nonni e nei film di Hollywood, dove alla fine arrivano i carri armati americani e sconfiggono i nazi.


Sappiamo tutto che di guerre ne è pieno il mondo, e il fatto che siano geograficamente e culturalmente lontane non le rende di minore importanza. Tuttavia, questa è diversa, almeno nella
nostra percezione, proprio perché sta a due passi da casa e porta inevitabilmente alla ribalta concetti ed enti che credevamo obsoleti come Nato, deterrenza e Patto Atlantico. Le sue conseguenze si riflettono sul quotidiano con il caro benzina e i sempre più frequenti riferimenti a concetti come economia di guerra.
«Se Putin lanciasse una testata nucleare?» E via di scenari apocalittici.

Tra i mille servizi non stop mi capita di vedere quello sul rapper ucraino, campione di visualizzazioni su YouTube, che ha mollato tutto per andare a combattere. Scelta su cui si può discutere, ma la questione resta: come influisce la guerra su chi fa musica? Come tale evento si declina nella loro espressività?


E così, pur con un vago senso di colpa, ho trovato l’argomento per l’articolo del mese: dieci canzoni sulla guerra un po’ meno conosciute. Dunque no, niente «Zombie»


War – Idles


Beh, che dire, i ragazzi cresciuti di Bristol dominano la scena post punk e non solo da anni. Questo brano basato sulle onomatopee è senza dubbio uno dei pezzi più iconici della band.


Black metal il mio folk – Bachi da pietra


Questo gran pezzo del piemontesissimo Giovanni Succi da Acqui Terme, riascoltato anni dopo, risulta quasi profetico. Con accordi quasi black metal racconta la guerra nel ventre dell’Europa, sbattendo la sua crudezza in faccia a tutti i nostalgici dei vecchi tempi, quelli che: «La guerra forgiava gli animi, quelli si che erano uomini forti».

Volevi la guerra? Eccola qua, Ora è la tua gente quella che si falcia, ora è la tua casa quella che si
devasta.


State of the nation – Industry


Pezzo tamarro anni 80, nella versione maccheronica di Giuliano Palma&the Bluebeaters. Narra di alcuni
ragazzi che partono per la guerra in posti lontanissimi da casa e che non hanno nemmeno capito perché si combatte.


Follie preferenziali – Caparezza


Qua il paroliere di Molfetta si è superato, con i suoi giochi di parole e le sue rime serrate mette in mostra lʼassurdità della guerra come solo lui sa fare.


War ensemble – Slayer


Quando si parla di guerra, non ci si può astenere dal citare i metallari californiani per eccellenza. La loro opinione in merito non è in effetti molto chiara, in quanto il pezzo oscilla tra la condanna e l’incitamento alla guerra, ma non manca il metallo pesante, un vero e proprio bombardamento per le orecchie.
La batteria di Dave Lombardo ha il pregio di ricreare quasi perfettamente perfettamente il suono di mortai e mitragliatrici, catapultando l’ascoltatore su una spiaggia della Normandia nel
giugno ʼ44 con poche battute.


Terza guerra mondiale – Gli inquilini


Un pezzo hip hop puro, dove la guerra è presa come metafora per indicare le mille battaglie quotidiane tra mc di strada. Un modo per dissacrare la pesantezza del tema e caricare di pathos la solita sfida a chi ha più flow, distribuendone poi a bizzeffe, con riferimenti puntuali e rime molto fighe.


Bonzo goes to bitburg – Ramones


In questa canzone il quartetto di Brooklin si esprime sulla visita di Reagan alle tombe di alcuni ufficiali
delle SS nellʼ86. Il fatto allʼepoca fece parecchio scalpore tra la popolazione americana, e i ragazzacci non persero l’occasione di attaccare il presidente in tono ironico, come da loro stile.


La guerra è finita – Baustelle


Questo pezzo chi è sopra i 30 se lo ricorderà bene. Mi ero promesso di inserire in questa lista solo pezzi di nicchia, ma questo in parte rompe la serie. Tuttavia, è troppo bello e troppo accurato per essere ignorato. La guerra trattata è quella in ex Jugoslavia, ma in realtà si tratta di un’enorme metafora per trattare la tematica del suicidio.

La guerra è finita almeno per me


In the airplane over the sea – Neutral milk hotel


Più che una sola canzone, bisognerebbe citare l’intero album (di cui questa è la title track). Considerato un capolavoro della musica indie low-fi americana di fine anni 90, quello dei Neutral Milk Hotel è un concept album incentrato su Anna Frank. Tutte le canzoni sono costruite come lettere di risposta alle annotazioni sul diario che tutti abbiamo imparato a conoscere a scuola. Di una bellezza e di una dolcezza strazianti.


21 century schizoid man – King Crimson


Il titolo di questo pezzo della visionaria band inglese parla da sé. E ci avevano visto lungo, prevedendo che anche nel ventunesimo secolo l’umanità non avrebbe abbandonato quella tendenza schizoide e autodistruttiva che lo spinge al conflitto con i proprio simili.


Le dieci canzoni meno conosciute sulla guerra sono terminate. Sempre divertente assemblare playlist, molto meno la tematica che ha contraddistinto questa.

Tuttavia, in fondo, è a ciò che serve la musica. A rendere un po’ più leggero il peso del mondo, diceva qualcuno

Se avete piacere di ascoltare i brani sopra citati, trovate la playlist completa su Spotify, con il titolo Canzoni sulla guerra che forse non conosci. Unica eccezione, il pezzo de Gli Inquilini, per cui fa fede il link a YouTube presente nell’articolo.


Alberto Resta
Cantante e chitarrista dei The Follis