Dietro gli Usa una coda di morte
È degli ultimi minuti la sconvolgente notizia che arriva da Cleveland, Ohio, Usa: un ragazzino di 12 anni è stato ucciso da due poliziotti per aver brandito una pistola giocattolo in un parco. Vi risparmiamo i sempiterni commenti che affollano gli articoli dei giornali online e ci limitiamo ad una sola constatazione: non ci si deve stupire, non ci si deve scandalizzare. Nel paese padre e padrone del liberal, dove è libertà anche comprare un’arma senza alcun documento che certifichi la salute psichica dell’acquirente, è ovvio che succedano fatti come questo. Provate ad immaginare: siete in un parco a rilassarvi, magari a mangiare qualcosa o a leggere un libro, e vedete un ragazzino con una pistola in mano. Qual è il primo pensiero che vi viene in mente? Mettervi al sicuro dai pallini di quella che è certamente una pistola ad aria compressa, oppure chiamare la polizia perché c’è il rischio concreto che quella pistola sia vera? Propenderemmo tutti per una schiacciante vittoria della prima ipotesi sulla seconda. E allora cos’è scattato nella testa di quegli americani che hanno chiamato le forze dell’ordine vedendo un ragazzino con un’arma nei calzoni? Siamo tutti uguali sulla terra, qualcuno più stupido qualcuno meno, però i nostri meccanismi cerebrali dovrebbero, e sottolineiamo dovrebbero, funzionare nel medesimo modo in tutte le teste. Perché allora è successo in America (e non ci scandalizziamo neanche tanto), mentre sarebbe molto più scandaloso che accadesse in centro a Padova come a Boccadasse a Genova? Semplicemente perché gli americani (quelli potenti, non i comuni cittadini) hanno abituato noi e il loro popolo ad una continua allerta che, è inevitabile, alla fine brucia i nervi e fa fare sciocchezze. Chi non ammira il popolo americano per la libertà che lo contraddistingue è un antidemocratico, però tutta questa libertà alla fine porta danni che devono essere messi in conto. Il nostro paese dovrebbe prendere solo qualche lezione dagli Stati Uniti, per quel che concerne la libertà di espressione, di culto, l’uguaglianza davanti alla legge e qualche altra cosa, ma non seguire il corso completo che porterebbe a degli Usa-bis. Quello no, di certo: lo Stato ha il dovere di mettere dei freni alle voglie e agli istinti dei cittadini solo quando minacciano i loro pari o lo Stato stesso. Trasformare la detenzione di un’arma da fuoco in una barzelletta può minacciare la popolazione e può pure mettere a repentaglio la stabilità dello Stato.
La prossima volta che lodate gli Stati Uniti, ricordatevi la coda di morti che c’è dietro.
Tito G. Borsa
Giornalista professionista e fotografo. Ho pubblicato vari libri tra storia, inchiesta giornalistica e fotografia