Difficile un accordo di governo: M5S rischia
Dopo avere trovato l’accordo per i presidenti delle due camere, tra il Movimento 5 Stelle e la Lega sembra essersi ridotta notevolmente l’intesa per il governo. Di Maio e Salvini vogliono entrambi governare, ma come si ripete ormai da tempo, nessuno dei due ha i numeri per poterlo individualmente.
Se da una parte il M5s apre a tutte le forze politiche (escluso Berlusconi) e questa è senza dubbio dimostrazione di quanto siano cambiati nel corso degli anni, dall’altra la Lega vuole tutti, a eccezione del Pd. L’impressione è che nessuno dei due contendenti principali voglia cedere qualcosa all’altro.
Chi si trova davvero in difficoltà è senza dubbio Mattarella. Salvo soluzioni a oggi inimmaginabili, trovare un accordo tra i partiti è veramente complicato anche, soprattutto perché andare al governo, per chiunque, con maggioranze basate su accordi più o meno stabili, può essere un suicidio politico. E tra questi chi rischia di più è certamente il M5s. Un governo tra Lega e M5s, per un anno o cinque che siano, rischierebbe di far perdere ai pentastellati tutti i voti che provengono da sinistra che, come hanno evidenziato gli studi sui flussi di voti, sono una buona parte (se non addirittura la maggioranza). Anche un governo formato da M5s e Pd sarebbe un azzardo: allearsi con la pochezza dei renziani sarebbe da ergastolo per Di Maio. Non parliamo poi di un governo con Lega, M5s, Forza Italia e Fratelli d’Italia: al prossimo giro i grillini rischierebbero seriamente percentuali da prefisso telefonico. Il M5s non si è presentato alle politiche preannunciando alleanze; ne consegue che se dovessero confluire in una formazione di governo con i partiti tradizionali, il loro sarebbe un tradimento gravissimo nei confronti dell’elettorato. Per i grillini è molto meglio una sana e forte opposizione, come hanno dimostrato di sapere fare in questi anni, piuttosto che partecipare alla creazione di un governo che non permetterebbe loro di fare quello che vogliono. Molto meglio rimanere puri che infangarsi. Molto meglio una forte opposizione che un governo sterile.
Meno grave pare essere la posizione della Lega. Infatti l’elettorato leghista, per quanto esigente possa essere, ha comunque accettato per l’ennesima volta di stare in coalizione con Berlusconi (nonostante Salvini nel 2014 giurasse che mai si sarebbe alleato con il puttaniere di Arcore). La soluzione perfetta per Salvini &company sarebbe un’alleanza di tutto il centrodestra con il M5s. Infatti l’elettorato leghista è molto più vicino alle posizioni del M5s rispetto a quanto non si creda: entrambi sono contro il sistema. Pare molto improbabile, invece, che Salvini possa accettare un supporto dal Pd. In quest’ultima ipotesi, infatti, a sparire sarebbe la Lega.
E il Pd? Il Pd sta all’opposizione, nonostante non si sappia chi ci sia al governo, il Pd va contro. Loro fanno opposizione a tutti, anche a loro stessi. Scelta suicida? Un pochino, soprattutto per come è stata sbandierata. È saggio che il Pd vada all’opposizione, ma non in questo modo, non senza essersi prima confrontati. Loro sostengono solo Berlusconi, Di Maio è evidentemente troppo onesto. Chissà se qualcuno farà notare ai cari compagni del Pd che hanno un atteggiamento molto più rinunciatario rispetto a quanto non fece il M5s nel 2013 quando congelò il famoso 25%.
È evidente, a questo punto, che la scelta più adatta per tutti è un governo di scopo, sostenuto un po’ da tutti, che faccia una legge elettorale (magari finalmente costituzionale), per poi tornare al voto. È altresì lampante che nessuno tra i parlamentari che sono entrati in parlamento il 4 Marzo vorrebbe tornare alle urne: il rischio di non rientrare nel palazzo è troppo alto. E rinunciare al palazzo è difficile, di Di Battista ce n’è uno solo.
Emiliano, nato nel 1993, con un occhio di riguardo per gli ultimi di questo mondo e la musica di Fabrizio De André nel cuore.