Dio ci salvi dall’ego di Matteo
Una delle hit di Matteo Renzi e dei suoi adepti sia nella classe politica che nella popolazione è «non c’è un’alternativa». Queste parole fanno sorridere se si pensa che nel 2018 il governo finirà il suo mandato e, anche nel caso in cui Renzi fosse eletto vita natural durante, prima o poi sopraggiungerebbe la morte a strapparci via lo statista. Dire «si fa quello che dico io, anche se sono provvedimenti inutili e controproducenti, perché sono l’ultima spiaggia» non è altro che sintomo di una presunzione che supera ogni limite. Non ci saremmo aspettati presunzione minore da un uomo che passerà alla storia come il più spregiudicato premier della Storia del nostro paese: un uomo che non si fa problemi a dire una cosa e l’esatto opposto a poche ore di distanza, che non si scompone nel litigare con tutti pur di fare quello che vuole lui, che non si preoccupa di agire in maniera totalmente contraria alla sua (presunta) connotazione politica e che non si fa problemi a raccontare balle dalla mattina alla sera. Morto un papa se ne fa un altro, caduto un premier se ne fa un altro. È assurdo pensare che la Repubblica italiana (o almeno quanto ne resta) scomparirà nel 2018 se Renzi non verrà rieletto. Su Facebook, in un gruppo dal titolo molto eloquente, ossia «Italiani con Renzi», parlando delle proteste degli studenti contro il Jobs Act, tale Alda dice «non hanno capito, i giovani studenti, che quello che sta attuando il governo è per dare loro un futuro, magari non brillante ma un futuro, l’unico possibile!». Soprassedendo sulla sintassi molto personalizzata di questa signora, non vi sembra di avere già sentito queste parole? Ebbene sì: le avete già sentite sia all’inizio di questo editoriale sia ogniqualvolta parli il Presidente del Consiglio. «Quello che vi propongo non è un futuro rose e fiori però è l’unico futuro possibile»: e se prendesse il potere qualcun altro? Che succederebbe? Tutti i giovani verrebbero sterminati e così non avrebbero un futuro? Cazzate. Il nostro problema non è che ci sia Matteo Renzi a Palazzo Chigi, quanto piuttosto che quello stesso Renzi che al liceo era chiamato «bomba» per le balle che diceva adesso è seguito da circa il 20% degli italiani: un maggiorenne su cinque ha votato Renzi alle europee. Quindi un italiano maggiorenne su 5 crede a quello che dice Renzi. È questa la vera tragedia: se il Pd avesse preso il 10% alle europee e un risultato simile alle regionali, Renzi non avrebbe abbastanza faccia tosta da continuare a fare lo sbruffone e forse rivedrebbe le sue scelte. Ora però che gli italiani (anche chi si è astenuto dal voto) lo hanno galvanizzato in ben due occasioni, Dio ci salvi dall’ego di Matteo!
Tito G. Borsa
Giornalista professionista e fotografo. Ho pubblicato vari libri tra storia, inchiesta giornalistica e fotografia
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