«2084»: La distopica teocrazia di Sansal
2084. La fine del mondo
Boualem Sansal
Neri Pozza – 2016 – 17 euro
«È molto più feroce del mio Sottomissione», ha dichiarato Michel Houellebecq parlando di questo libro. Già questo porterebbe il lettore a farsi qualche domanda. Poi si aggiunge un’avvertenza in testa al romanzo: «Il lettore si guardi bene dal credere che questa è una storia vera o ispirata a una qualsiasi realtà nota», esordisce Sansal, che conclude: «Dormite tranquilli, brava gente, è tutto assolutamente finto e il resto è sotto controllo». Nel vastissimo impero dell’Abistan campeggia dappertutto la data 2084, pronunciata in ogni discorso, impressa sui cartelli commemorativi affissi accanto alle vestigia dello Shar, la Grande Guerra santa contro i makuf, i propagandisti della «Grande Miscredenza». Si tratta di una data che per gli abitanti dell’Abistan vuol dire tutto e niente: ognuno di loro continua a incrociarla nella propria quotidianità senza sapere a cosa corrisponda davvero. Al compimento dei suoi cinquant’anni, Abi, il delegato della divinità Yölah, è stato illuminato dalla luce divina e da allora l’impero si chiama Abistan e non più «il paese dei credenti».
Sansal descrive con grande maestria le conseguenze di una lunga e terribile guerra santa, creando una non irreale distopia sullo stile dei suoi più illustri predecessori, primo fra tutti George Orwell e il suo 1984. Forse non è nemmeno casuale la coincidenza dei due titoli. Una realtà in cui tutte le decisioni sono affidate alla parola di Yölah e quindi del profeta Abi, e agli uomini non resta che «morire per vivere felici», come recita il motto dell’esercito abistano. A questa continua delega di ogni responsabilità si oppone il trentacinquenne Ati: al ritorno dalla capitale Qodsabad, dopo anni trascorsi isolato in un sanatorio, decide di oltrepassare il confine. Quella che già di per sé potrebbe sembrare una disobbedienza civile perché implica una presa di posizione e di responsabilità, diventa un atto almeno all’apparenza scellerato: oltre la Frontiera vivono i membri della «Grande Miscredenza». Quanto accadrà in seguito lo lasciamo scoprire al lettore, concludiamo ribadendo che 2084 è un’opera di altissimo livello, che ci ha spinti a divorare una pagina dopo l’altra con un’avidità che di solito non ci appartiene, si tratta di una narrazione di una distopica teocrazia che corrisponde alla realizzazione dei peggiori incubi di quasi tutti noi.
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