Domenico Maurantonio: carta canta, la verità non ancora
Sono trascorsi 26 giorni da quel 10 maggio, quando Domenico Maurantonio è precipitato dal quinto piano dell’hotel Da Vinci di Milano. Era in gita scolastica, un viaggio organizzato da alcuni docenti che, pur di far vedere a due delle quinte del liceo «Nievo» di Padova l’Expo, avevano deciso di «sacrificare» pure una domenica.
Sono trascorsi 26 giorni da quando Domenico Maurantonio è precipitato dal quinto piano dell’hotel Da Vinci di Milano: quasi quattro settimane in cui si sono susseguite teorie su teorie, oltre che frasi dette soltanto per dare aria alle gengive. Ma alla verità, almeno da ciò che risulta dalle dichiarazioni degli inquirenti, non si è ancora giunti.
«Non penso che siano omertosi, sono ragazzi intelligenti, figli della migliore borghesia di Padova». (Maria Grazia Rubini, preside del liceo, 14 maggio)
«Se risulterà vero ciò che ipotizzano gli inquirenti, e cioè che il ragazzo non era solo quando cadeva dalla finestra, allora dobbiamo andare a vedere fagioli in piazza perché avremo fallito tutta la nostra carriera di educatori». (Maria Grazia Rubini, preside del liceo, 14 maggio)
«Non sono sicura che non mi nascondano qualcosa, sono sicura che vanno capiti». (Maria Grazia Rubini, preside del liceo, 27 maggio)
«Se hanno sbagliato, non volutamente, hanno bisogno di essere compresi anche loro, hanno bisogno di essere perdonati» (Maria Grazia Rubini, preside del liceo, 27 maggio)
«Con sincera partecipazione ed entusiasmo la classe ha contribuito al buon esito della visita all’Expo di Milano nei giorni 9 e 10 maggio». (Prof. Luigi Boscardin, documento del 15 maggio)
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